Sono trascorsi 18 anni dalla tragica fine di Chiara Poggi, eppure la domanda su chi sia il responsabile della sua scomparsa rimane senza una risposta chiara. La vicenda, che ha portato alla condanna definitiva a 16 anni di Alberto Stasi, l’allora fidanzato della 26enne, continua a essere avvolta da dubbi e teorie alternative.
Tra queste, emerge l’ipotesi avanzata da Massimo Lovati, avvocato di Andrea Sempio, nuovo indagato per aver avuto un ruolo nella vicenda, che in un’intervista a Mattino5 ha delineato uno scenario inquietante: «Chiara Poggi è stata eliminata da un solo individuo, un esecutore legato a una massoneria internazionale, un’organizzazione criminale coinvolta nel traffico di esseri umani e nella pedofilia».
Secondo Lovati, né Sempio, né le gemelle Paola e Stefania Cappa, né altri nomi emersi di recente avrebbero a che fare con quanto accaduto. «È solo una cortina fumoggena», ha dichiarato, indicando un’organizzazione criminale di portata globale come possibile mandante.
In questo contesto, Stasi, che sta scontando la pena in regime di semilibertà, sarebbe stato una pedina: «È stato usato come tramite per costruire una narrazione diversa, anche se il vero scopo mi sfugge», ha aggiunto l’avvocato. Al centro della teoria c’è un presunto «segreto» che Chiara avrebbe scoperto, legato a scandali a sfondo sessuale avvenuti anni prima al Santuario della Madonna della Bozzola, un luogo di culto vicino a Garlasco, già noto per alcune vicende controverse.
La storia del Santuario della Bozzola si intreccia con un episodio di ricatto ai danni di don Gregorio Vitali, ex rettore del santuario e figura conosciuta nella comunità pavese. Nel 2014, due cittadini romeni, Flavius Savu e Florin Tanasie, furono condannati per estorsione aggravata dopo aver circuito il prete con l’intento di filmarlo in situazioni compromettenti. I due chiesero denaro a don Vitali per non diffondere un video a carattere sessuale.
Il religioso, dopo aver trovato il coraggio di denunciare l’accaduto, vide la sua reputazione compromessa e gli fu vietato di celebrare messa pubblicamente. Tuttavia, al momento della condanna, Savu e Tanasie erano già irreperibili, essendo fuggiti e tuttora ricercati con un mandato di cattura.
Lovati ipotizza che Chiara Poggi possa aver scoperto informazioni legate a questo scandalo, o a un giro di abusi più ampio, diventando così una testimone pericolosa. «Un esecutore potrebbe essere intervenuto nella villa di via Pascoli per impedirle di parlare», sostiene l’avvocato. A supporto di questa teoria, emergono elementi come il file “abusati550.doc” trovato in una chiavetta USB di Chiara, contenente articoli su pedofilia e abusi nella Chiesa, oltre alle sue ricerche sul Santuario della Bozzola effettuate poche settimane prima della sua scomparsa.
Tuttavia, questa pista manca di prove concrete, e la Procura di Pavia, che ha riaperto le indagini, si sta concentrando su dati scientifici, come i prelievi di DNA, piuttosto che su teorie complottiste. Resta da vedere se questa ipotesi troverà conferme o rimarrà un’ipotesi destinata ad alimentare il mistero di Garlasco.