Due mesi dopo la scomparsa del giovane Simone Napoli, deceduto in un sinistro stradale in Alto Adige, arriva un’amara beffa per la sua famiglia. Simone, 19 anni, è rimasto vittima di un sinistro frontale con un furgone lo scorso marzo, a Ponte Nova. Ora, nel giorno in cui avrebbe compiuto 20 anni, al padre è arrivata una richiesta di pagamento di 100 euro per l’intervento dell’elicottero di soccorso, con scadenza entro il 23 maggio.
Simone si trovava insieme al fratello 25enne e alla fidanzata in auto, diretti nel Trentino per motivi di lavoro. L’auto si è scontrata frontalmente con un furgone GLS che effettuava consegne, proprio in prossimità di una stazione degli autobus. La notizia colpì profondamente la comunità, soprattutto perché Simone era figlio dello chef Ferdinando Napoli, noto ristoratore al ristorante dei Giardini del Massimo di Palermo.
Quello che ha scosso ancor di più la famiglia è stata la comunicazione dell’Asl locale, che ha inviato al padre un conto di 100 euro per l’intervento dell’elisoccorso. Tale somma è prevista dalla normativa regionale e si applica anche in caso di esito negativo, visto che il costo operativo dell’elicottero è calcolato in base ai minuti di volo. Il padre di Simone ha espresso il proprio sconcerto per quella che definisce una mancanza di sensibilità nei confronti di una famiglia già duramente provata dal lutto. “Non contesto il pagamento in sé, ma mi chiedo dove sia la pietà umana verso chi ha perso un figlio”.
Questo episodio solleva una questione delicata, che riguarda l’applicazione rigorosa delle norme sanitarie e il rispetto per le famiglie in lutto. Sebbene sia comprensibile la necessità di coprire i costi di servizi di emergenza come l’elisoccorso, è evidente come l’assenza di flessibilità o di forme di sostegno in casi di lutto possa apparire insensibile e dolorosa.
In un momento in cui le famiglie affrontano già il peso della perdita, chiedere un pagamento aggiuntivo può sembrare un atto di fredda burocrazia, lontano dalla comprensione umana. Sarebbe auspicabile che le istituzioni riflettessero su modi più rispettosi e umani di gestire queste situazioni, magari prevedendo esenzioni o forme di sostegno per chi subisce situazioni simili.