Una coppia di origine napoletana, da anni residente a Pescara, è finita sotto processo con l’accusa di truffa aggravata. Secondo l’inchiesta condotta dalla Procura di Pescara, e seguita in particolare dal pubblico ministero Gabriella De Lucia, i due A.I., 47 anni, e sua moglie A.M., 49 avrebbero sfruttato in modo fraudolento la disponibilità di un appartamento di loro proprietà, proponendolo in affitto a più persone contemporaneamente, senza però consegnarlo mai a nessuno.
Il meccanismo era semplice quanto ingannevole: l’immobile veniva pubblicizzato online, tramite annunci sui principali portali di compravendita e locazione immobiliare. Una volta trovato un potenziale inquilino, la coppia procedeva alla sottoscrizione di un contratto preliminare di locazione, richiedendo poi una caparra o un anticipo sul canone mensile. Le somme richieste variavano in base alla percepita disponibilità economica della vittima: si andava da poche centinaia fino a diverse migliaia di euro.
Tra i casi più eclatanti documentati nell’inchiesta, uno riguarda una caparra da 6.300 euro: la vittima, convinta dalla trattativa avviata online e dalla formalità della documentazione fornita, ha versato l’importo in tre tranche, tra fine giugno e i primi di luglio 2023, a titolo di deposito cauzionale e anticipi mensili. L’immobile, però, non è mai stato consegnato. In un altro caso, un malcapitato ha pagato 4.800 euro in contanti, suddivisi in più fasi della trattativa.
Un altro ancora si è visto chiedere “solo” 500 euro, mai più restituiti. In tutto, sono nove le parti offese accertate dall’indagine, ma non si esclude che ci siano ulteriori vittime che, forse per vergogna o per l’esiguità delle somme perse, abbiano preferito non sporgere denuncia. Il giudice monocratico ascolterà nelle prossime udienze le testimonianze delle vittime, che racconteranno le loro esperienze fatte di speranze, contratti mai rispettati e denaro sparito.
La Procura contesta alla coppia un comportamento sistematico e reiterato, finalizzato a ottenere un profitto ingiusto attraverso la simulazione di disponibilità di un bene, con danni economici concreti per chi era in cerca di una casa. Ora, per i coniugi, si profila un processo che potrebbe avere esiti pesanti. La vicenda, intanto, rilancia l’attenzione sui rischi legati agli affitti online non verificati e alla necessità, per i cittadini, di muoversi con cautela quando si firmano contratti e si versano somme di denaro a fronte di offerte troppo allettanti.