Era “strettamente legato all’incentivo statale denominato ‘Bonus 110%'” il vasto giro d’affari illegale gestito da un’organizzazione malavitosa smantellata all’alba di oggi grazie a un’operazione dei Carabinieri del Comando provinciale di Potenza, coordinata dalla Procura della Repubblica del capoluogo lucano. L’attività investigativa ha portato all’emissione, da parte del gip del Tribunale di Potenza, di cinque ordinanze di custodia cautelare in cella e di sei misure di obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria tre volte a settimana.
Le accuse, a vario titolo, sono gravi e vanno dall’associazione per delinquere finalizzata ai furti aggravati con particolare riferimento al materiale edile e a strutture metalliche per ponteggi fino all’autoriciclaggio e alla ricettazione. L’indagine ha permesso di far luce su un sistema consolidato che operava prevalentemente tra Basilicata e Campania, ma con ramificazioni anche in Abruzzo.Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, i membri del gruppo si procuravano illegalmente ingenti quantitativi di materiale da costruzione, sottratti a cantieri e depositi, per poi rivenderli a prezzo ribassato ad aziende compiacenti impegnate in lavori di riqualificazione energetica finanziati con il Superbonus 110%.
In questo modo, oltre a ottenere guadagni illeciti, contribuivano a un sistema di frode ai danni dello Stato e del settore edilizio.Tra le persone finite in manette figura anche un 45enne residente a Pescara, individuato come uno degli anelli chiave dell’organizzazione per la gestione e la distribuzione della merce sottratta.
Le indagini, ancora in corso, mirano ora ad accertare l’ampiezza della rete di complicità e il volume complessivo dei profitti ottenuti grazie a questa attività criminosa. Non si escludono ulteriori sviluppi e l’emissione di nuove misure nei confronti di altri soggetti coinvolti. L’operazione, portata avanti dai Carabinieri del Comando provinciale di Potenza, ha permesso di sventare un sistema che, seppur meno appariscente rispetto ad altre forme di criminalità, stava arrecando un danno significativo non solo all’economia legale, ma anche alla credibilità delle politiche pubbliche di incentivazione edilizia.
Le indagini proseguono per chiarire ulteriori responsabilità e per individuare eventuali altri soggetti coinvolti nella rete, con particolare attenzione alle imprese beneficiarie del materiale rubato.