Il 21 aprile 2025, all’alba, Papa Francesco è stato stroncato da un malore improvviso che ha segnato la fine di una vita dedicata al servizio della Chiesa. A pochi giorni dalla celebrazione del Lunedì dell’Angelo, giorno simbolico della risurrezione per i cristiani, la notizia della sua scomparsa ha scosso il mondo intero.
Secondo i medici del Vaticano, la causa del decesso sarebbe stata un ictus cerebrale, seguito da coma e coll@sso cardiocircolatorio irreversibile, come indicato nel certificato medico firmato dal responsabile della sanità vaticana, Andrea Arcangeli. Ma cosa potrebbe aver contribuito a questa tr@gica f@talità? Gli esperti non hanno tardato a formulare ipotesi sulle cause che potrebbero aver scatenato l’ictus f@tale.
La neurologa Francesca Romana Pezzella, specialista dell’Associazione Italiana Ictus, ha parlato di un possibile ictus emorragico, una delle forme più letali e difficili da trattare, causata dalla rottura di un’arteria cerebrale. “L’ictus emorragico è spesso fulminante, con un rischio di morte che si concentra nelle prime ore“, ha dichiarato Pezzella. La diagnosi precisa, tuttavia, avrebbe richiesto una Tac cerebrale, una procedura che, al momento dell’incidente, non sembra essere stata effettuata in tempo utile.
Il Papa, a 88 anni, portava con sé un quadro medico complesso. m@lattie come l’ipertensione, il diabete di tipo II e una lunga storia di bronchite cronica, insieme a un recente ricovero per polmonite bilaterale, hanno sicuramente aggravato la sua condizione. La polmonite, in particolare, è stata descritta come una “compagna di viaggio” per Papa Francesco, che aveva dovuto affrontare un lungo periodo di ricovero, seguito da un breve periodo di attività che potrebbe aver aggravato ulteriormente la sua situazione.
Gli esperti avvertono che le infezioni respiratorie gravi possono danneggiare le arterie, aumentando il rischio di eventi cerebrovascolari come l’ictus, soprattutto nei due mesi successivi al loro trattamento. Non meno importante è l’uso di farmaci. Secondo Stefano Nardini, ex direttore della Pneumologia dell’ospedale di Vittorio Veneto, Papa Francesco potrebbe essere stato sotto terapia antiaggregante, una cura comune per prevenire coaguli di s@ngue, ma che può anche aumentare il rischio di eventi emorragici.
L’ipotesi è tanto più credibile considerando che il Papa, a causa della sua condizione di salute, aveva una storia di interventi chirurgici e fragilità fisica, come l’asportazione di parte del polmone destro all’età di 21 anni. Non si può dimenticare che, dopo il lungo ricovero, Papa Francesco si era trovato a dover affrontare una serie di impegni pubblici, culminati con la celebrazione della Pasqua. L’intenso stress fisico e mentale a cui è stato sottoposto, purtroppo, non è stato adeguatamente compensato dal riposo necessario. Secondo Roberto Tarquini, primario di Medicina Interna all’ospedale di Empoli, il Papa avrebbe dovuto seguire scrupolosamente un periodo di recupero, ma gli impegni legati alla Pasqua lo hanno probabilmente costretto a uno sforzo che ha messo a dura prova il suo corpo già fragile.