Solitamente Pasqua e Pasquetta sono delle feste molto attese dalle persone. La maggior parte degli italiani rimane a casa e pranza in famiglia assieme ai propri affetti mentre durante la giornata di Pasquetta solitamente si effettua, tempo permettendo, la solita scampagnata fuori porta con pic-nic all’aperto o grigliate. Insomma c’è tempo per divertirsi, ma per 5,1 milioni di lavoratori queste festività saranno passate sempre sul posto di lavoro.
Con le varie turnazioni ovviamente. Purtroppo non tutti potranno permettersi di stare a casa con la propria famiglia visto che in moltissimi lavorano in settori ritenuti essenziali, come ad esempio l’informazione, la sanità, i trasporti, la sicurezza come ad esempio le forze dell’ordine, chi lavora in case di cura eccetera. Insomma settori che non si possono fermare neanche in giorni di festa come alcune industrie. Ma dinanzi a questi si aggiunge tutta un’altra schiera di lavoratori di settori “meno essenziali” come ad esempio i commessi e la ristorazione. Questi ultimi da una decina di anni con la liberalizzazione degli orari di lavoro voluta dal Governo Monti con il decreto SalvaItalia si ritrovano anche a lavorare in un giorno festivo come la Pasqua o la Pasquetta.
Cosa cambia in busta paga
Ma chi lavora il giorno di Pasqua ha qualche beneficio a livello economico? Ebbene, qui possiamo ben dire che le cose non stanno molto bene per il lavoratori in questione, soprattutto per quanto riguarda la Pasqua. Infatti la Pasqua è una festa prettamente religiosa e non viene indicata come Festa Nazionale nel calendario lavoativo per cui non si ha diritto alla maggiorazione, se non a quella prevista dai vari contratti collettivi nazionali del lavoro.
A questi si aggiungono 1,3 milioni di lavoratori autonomi come ambulanti, agricoltori, commercianti i quali a volte gioco forza sono costretti a tenere aperta la loro attività anche durante le feste, soprattutto in località turistiche. E ci si chiede se sia giusto che questi ultimi rinuncino al pranzo in famiglia pur di lavorare e guadagnare qualcosa in più.
Diverso il discorso per Pasquetta, in quanto il Lunedì dell’Angelo invece è una festività riconosciuta a tutti gli effetti e il lavoratore ha diritto al riposo retribuito. A Pasqua no in quanto la domenica di solito è classificata già come giorno di riposo. Per Pasquetta chi viene chiamato a lavorare può ottenere o una maggiorazione in busta paga o comunque permessi compensativi da usare in un altro momento dell’anno questo a seconda del CCNL di riferimento. Anche alcuni contratti collettivi nazionali del lavoro possono prevedere maggiorazioni il giorno di Pasqua e per questo è sempre bene consultare il proprio sindacato e leggere bene il proprio contratto di lavoro.