Milano: disabili presi a schiaffi, insultati e vessati

Le indagini sono iniziate a giugno 2024 dopo la denuncia di un ex dipendente, confermata da intercettazioni ambientali effettuate tra settembre e ottobre. Le violenze sarebbero iniziate nel dicembre 2023.

Milano: disabili presi a schiaffi, insultati e vessati

Un nuovo, gravissimo caso di maltrattamenti ai danni di persone con disabilità scuote Milano. In un centro diurno situato nella zona Vigentino, numerosi ospiti, perlopiù adulti affetti da sindrome di Down, sarebbero stati oggetto di vessazioni fisiche e psicologiche da parte del personale addetto alla loro cura. Otto persone, tra cui sei educatori professionali e i due responsabili della struttura, sono state sospese: non potranno più esercitare attività educative né lavorare all’interno di strutture per disabili.

L’indagine è partita lo scorso giugno grazie alla denuncia coraggiosa di un ex dipendente del centro, che ha rivelato una realtà inquietante fatta di abusi e umiliazioni sistematiche. Secondo quanto raccontato, gli episodi di vessazioni sarebbero iniziati nel dicembre 2023 e sarebbero proseguiti fino all’autunno del 2024, in un clima di totale impunità e silenzio.

L’ex lavoratore ha parlato di schiaffi, spintoni, insulti e punizioni disumane come ore di isolamento inflitte agli ospiti del centro. Un racconto inizialmente difficile da credere, ma che ha trovato conferma nelle successive attività investigative.

Tra settembre e ottobre 2024, grazie alle intercettazioni ambientali effettuate all’interno della struttura, gli inquirenti hanno raccolto prove schiaccianti: almeno una decina di ospiti, di età compresa tra i 20 e i 60 anni, sarebbero stati sistematicamente offesi. Gli audio e i video acquisiti durante l’indagine hanno documentato episodi di vessazioni che delineano un quadro agghiacciante e inaccettabile, soprattutto in un luogo che dovrebbe essere di cura e protezione.

Ciò che emerge dalle indagini non è un comportamento isolato di singoli operatori, ma un vero e proprio sistema tollerato dai vertici della struttura. La responsabilità ricade dunque non solo su chi ha materialmente commesso gli abusi, ma anche su chi, pur sapendo, ha scelto di non intervenire.

Questa vicenda colpisce in modo ancora più profondo per la vulnerabilità delle persone coinvolte: persone con disabilità, spesso incapaci di difendersi o denunciare ciò che subiscono. La loro condizione li rende particolarmente esposti a soprusi, ed è per questo che gli operatori che lavorano con loro dovrebbero essere selezionati, formati e controllati con la massima attenzione.

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