Giornata di controlli a Roio, frazione dell’Aquila, dove si è acceso nuovamente l’allarme per presunti vessazioni ai danni di animali. A seguito di segnalazioni e denunce, sono intervenute le autorità competenti: i veterinari della Asl, la Polizia di Stato e i Carabinieri Forestali, per verificare le condizioni di alcuni animali rinchiusi in un’area rurale. A supportare l’operazione anche l’attivista per i diritti degli animali Enrico Rizzi, giunto sul posto insieme ad alcuni rappresentanti di associazioni animaliste locali. Attraverso dirette video e post sui social, Rizzi ha documentato in tempo reale le condizioni in cui versavano gli animali, attirando l’attenzione dell’opinione pubblica e dei media nazionali.
Le immagini e le testimonianze raccolte hanno descritto una situazione di forte degrado: animali malnutriti, in condizioni igieniche precarie e, in alcuni casi, in evidente stato di sofferenza. Un cavallo in gravi condizioni è stato immediatamente soccorso e trasferito in un luogo sicuro grazie alla disponibilità di alcuni volontari. L’intervento è scaturito anche da una relazione inviata nei giorni scorsi dalla Guardia Agroforestale Italiana ODV ETS alle autorità competenti, in cui si segnalava la presenza di carcasse di animali non smaltite e condizioni incompatibili con il benessere animale.
Ora si attendono eventuali sviluppi sul piano legale: gli accertamenti proseguono per verificare se siano state commesse violazioni delle normative vigenti in materia di tutela animale. L’intera vicenda ha sollevato grande indignazione nella comunità locale, che chiede interventi concreti e strutturali per garantire la protezione degli animali e la prevenzione di simili episodi. A riaccendere l’attenzione sul caso è stato l’attivista per i diritti degli animali Enrico Rizzi, giunto sul posto insieme a volontari e rappresentanti di associazioni animaliste locali. L’azione si è svolta a seguito di una dettagliata segnalazione della Guardia Agroforestale Italiana ODV ETS, pubblicata anche dal quotidiano online Il Capoluogo d’Abruzzo, che ha riportato una situazione allarmante in un’area rurale di Roio, con animali in gravi condizioni e carcasse abbandonate.
Sin dalle prime ore della mattina, le forze dell’ordine e i tecnici della ASL si sono attivati per compiere sopralluoghi approfonditi. Sul posto anche la Polizia di Stato e i Carabinieri Forestali, che hanno documentato e verbalizzato le criticità riscontrate. Le immagini diffuse attraverso le dirette Facebook di Enrico Rizzi mostrano scene bruttissime: tra gli animali ritrovati in stato di sofferenza, particolare attenzione è stata rivolta a un cavallo agonizzante, che è stato prontamente soccorso e trasferito in un maneggio sicuro, grazie alla disponibilità di alcuni volontari della zona. Gli accertamenti hanno riguardato anche un secondo sito, distante pochi chilometri dal primo, dove secondo quanto segnalato dalla Guardia Agroforestale sarebbero stati rinvenuti due cavalli deceduti, abbandonati al suolo senza alcuna procedura di interramento.
I resti, a quanto pare, sarebbero in stato di decomposizione da giorni, forse settimane, e uno di essi mostrava segni di predazione da parte di altri animali. “Dal recinto si vedeva chiaramente un cavallo trovato senza vita nel fango si legge nella nota della Guardia Agroforestale. Poco distante, in un altro sito utilizzato come deposito, erano presenti due carcasse non smaltite. Si tratta di un grave rischio igienico-sanitario e di un evidente vessazione animale”. Il fatto è stato immediatamente riportato all’attenzione dell’Autorità Sanitaria Locale e delle forze dell’ordine competenti. L’intervento odierno ha visto anche la partecipazione di cittadini indignati e attivisti che da tempo chiedevano un controllo approfondito.
Ora spetterà agli organi preposti stabilire se vi siano gli estremi per una o più denunce e per eventuali sequestri, mentre si attendono nuovi sviluppi e ulteriori verifiche nei prossimi giorni. “La battaglie per i diritti degli animali non può fermarsi davanti all’omertà o all’indifferenza ha dichiarato Rizzi durante uno dei collegamenti. Abbiamo il dovere morale di denunciare e proteggere chi non ha voce”.