Dopo cinque mesi dalla vicenda di Ercolano, quando a causa di una deflagrazione una fabbrica abusiva di botti saltò in aria, la polizia ha fermato tre persone, considerate responsabili del decesso dei tre giovani che vi lavoravano. In quella vicenda, infatti, persero la vita Aurora e Sara Esposito, due sorelle gemelle di 26 anni, e Samuel Tafciu, 18 anni, padre di una bambina di 4 mesi.
Le forze dell’ordine della tenenza di Ercolano stanno hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare nella giornata di venerdì 4 aprile, precisamente tra Napoli e San Giuseppe Vesuviano. Come è noto, anche il proprietario dell’edifico saltato in aria, Pasquale Punzo, si trova in prigione, per aver dato il permesso di insediare nella sua palazzina una fabbrica abusiva, priva di permessi e non in regola con le normative di sicurezza.
A finire in manette sono stati B.R., di San Giuseppe Vesuviano, 64 anni e D.V., di Napoli, 31 anni. Il 64enne è indagato per produzione di botti non di tipo pirotecnico ed è agli arresti domiciliari. Il 31enne, ritenuto responsabile del dolo e quindi del decesso dei ragazzi, si trova in prigione.
Durante le indagini, gli inquirenti hanno raccolto innumerevoli indizi che portano a considerare i due gli autori della vicenda: B.R., proprietario di un’azienda pirotecnica di San Giuseppe Vesuviano, ha venduto in maniera illegale ingenti quantità di perclorato di potassio e di polvere di alluminio per realizzare botti illegali a Punzo e a D.V. Quest’ultimo, invece, ha messo in piedi la fabbrica abusiva insieme a Punzo.
I fatti risalgono al 18 novembre 2024: quel pomeriggio Aurora Esposito, la sorella Sara e Samuel Tafciu stavano lavorando all’interno dell’edificio sito alla periferia di Ercolano, al civico 94 di via patacca. I ragazzi, inconsapevoli del rischio che correvano in quella fabbrica, lavoravano per sostenere le loro famiglie, che versavano in condizioni economiche precarie.