Un uomo del Pakistan è stato accusato di aver tolto la vita all’amministratore di un gruppo WhatsApp di cui faceva parte e dal quale era stato escluso, accusandolo di averlo rimosso dalla chat di gruppo. A perdere la vita è stato Mushtaq Ahmed, che è stato fatalmente colpito la sera di giovedì 6 marzo a Peshawar, capitale della regione di Khyber Pakhtunkhwa che confina con l’Afghanistan.
L’agenzia di stampa locale AFP ha riportato che un uomo, identificato solo con il nome di Ashfaq nei documenti della polizia, è stato accusato di reato in relazione al fatto. Il fratello di Mushtaq ha detto alle autorità che Ashfaq ed il suo congiunto erano in una chat di gruppo su WhatsApp e hanno iniziato a litigare.
In seguito all’alterco, Ahmed, che era l’amministratore del gruppo, ha cacciato Ashfaq dalla chat. Nella sua dichiarazione alla polizia, Ashfaq ha confermato che era arrabbiato per la decisione presa che ha portato alla sua esclusione dalla chat di gruppo. “Era una cosa da nulla o una questione molto banale. Nessuno nella nostra famiglia sapeva della disputa”, ha affermato il fratello di Ahmed al notiziario locale Arab News.
Il sospettato e la vittima avevano deciso di riconciliarsi e avevano organizzato un incontro rappacificatore. Tuttavia, le intenzioni di Ashfaq erano tutt’altro che pacifiche, dato che l’uomo si è presentato all’incontro con una pistola e ha colpito Ahmed, togliendogli la vita. L’uomo si è poi dato alla fuga, prima di essere catturato in seguito dalla polizia locale.
La notizia arriva due mesi dopo che tre uomini sono stati arrestati per aver aggredit* un loro amico dopo che quest’ultimo si era rifiutato di ottemperare alla richiesta di pubblicare uno status offensivo su WhatsApp. L’imputato principale, che era l’amministratore del gruppo, aveva ordinato alla persona di cambiare il suo stato in modo che fosse comune a tutti i membri, ed il rifiuto ha portato ai fatti in questione.