Nel cuore del santuario di Pompei, un uomo di 45 anni ha inscenato un inganno che ha lasciato sgomenti i fedeli e le autorità ecclesiastiche. Seduto in uno dei confessionali, ascoltava le confessioni dei credenti e impartiva l’assoluzione, senza avere alcun titolo religioso. Il suo comportamento ha insospettito alcuni presenti, portando all’intervento dei carabinieri che hanno smascherato la truffa e denunciato il falso sacerdote.
L’episodio è avvenuto il 27 febbraio, quando i militari sono intervenuti nel santuario mariano campano, interrompendo l’uomo mentre era intento a ricevere i fedeli nel confessionale. Il sedicente sacerdote aveva persino indossato una stola sacerdotale per rendere più credibile la sua messinscena. Con grande disinvoltura, ascoltava le confessioni e assegnava ai fedeli preghiere e penitenze, recitando formule religiose con apparente sicurezza.
L’uomo, smascherato in flagrante, non appartiene affatto al clero, né ha mai ricevuto un’ordinazione sacerdotale. Si tratta, invece, di un operatore socio-sanitario, un mestiere ben lontano dalla vocazione religiosa che aveva fittiziamente assunto. La sua presenza nel confessionale ha destato sospetti tra alcuni fedeli e membri del personale del santuario, che hanno allertato le forze dell’ordine.
Dopo essere stato fermato dai carabinieri, l’uomo è stato denunciato per sostituzione di persona e turbamento di funzioni religiose. La prima accusa riguarda il fatto che abbia falsamente assunto l’identità di un sacerdote, mentre la seconda si riferisce all’alterazione e alla perturbazione di un rito sacro, considerato un reato nel codice penale italiano.
Le autorità ecclesiastiche hanno espresso preoccupazione per l’accaduto, ribadendo la necessità di vigilare attentamente sugli spazi sacri e sui ruoli assegnati all’interno della Chiesa. Anche i fedeli si sono detti turbati dall’episodio, sentendosi traditi da una figura che, seppur fittizia, aveva suscitato in loro fiducia e speranza.
Non è la prima volta che si registrano episodi simili in Italia e nel mondo. Nel corso degli anni, diverse persone si sono spacciate per sacerdoti per motivi che spaziano dalla ricerca di attenzione al tentativo di ottenere benefici economici o sociali. Tuttavia, casi come quello di Pompei mettono in evidenza il bisogno di maggiore controllo e sensibilizzazione affinché i fedeli possano riconoscere i veri ministri del culto.