Guenda Goria: "Mio figlio colpito da craniostenosi, operato a tre mesi"

Guenda Gloria afferma in un'intervista che tutta la difficoltà e la paura sono stati superati dalla forza di una famiglia unita, e dalla speranza di un futuro sereno.

Guenda Goria: "Mio figlio colpito da craniostenosi, operato a tre mesi"

Guenda Goria ha recentemente condiviso con il pubblico una delle esperienze più dolorose della sua vita, raccontando il difficile percorso affrontato con suo figlio Noah. L’artista e musicista ha scelto di aprire il suo cuore durante un’intervista a Verissimo il 9 marzo, anticipando il contenuto della sua confessione con un toccante post su Instagram: “Sono profondamente tesa ed emozionata a raccontarmi oggi, ma spero possiate accogliere con il cuore una pagina della mia vita che finora non ero riuscita a condividere“.

Guenda ha raccontato di come la sua gravidanza sia stata un vero miracolo. Dopo aver subito un intervento per una gravidanza extrauterina, durante il quale le era stata asportata una tuba di Falloppio, aveva ormai perso la speranza di poter diventare madre. “Non potevo restare incinta, motivo per cui avevo smesso di provarci“, ha rivelato. La scoperta di aspettare un figlio insieme al compagno Mirko Gancitano, poi diventato suo marito, è stata dunque una gioia immensa e inaspettata.

La felicità per la nascita di Noah, tuttavia, è stata presto oscurata da una diagnosi difficile. A pochi mesi dal parto, i medici hanno riscontrato nel piccolo una patologia rara e complessa: la craniostenosi. “Noah non aveva lo spazio necessario per lo sviluppo del cervello. La testolina si era completamente chiusa. Ci hanno detto che bisognava operarlo urgentemente“, ha raccontato Guenda con grande commozione. Una notizia che ha gettato lei e il marito in un vortice di difficoltà e incertezza.

Il momento più duro è stato quello dell’operazione. “Il giorno dell’operazione ho portato Noah in sala operatoria. Non mi dimenticherò mai il suo sguardo quando gli hanno messo la mascherina“, ha raccontato con voce spezzata. “Ho pregato molto“. L’intervento, durato quattro ore, si è fortunatamente concluso con esito positivo.

Oggi, fortunatamente, Noah sta bene. Sebbene il peggio sia passato, il bambino dovrà essere monitorato fino ai tre anni di età per assicurarsi che tutto proceda per il meglio. “Gli copro le cicatrici in testa per proteggerlo, ma so che poi ne andrà fiero“, ha detto la madre con orgoglio e amore.

Continua a leggere su Fidelity News