Verona: uno studente rifiuta di salire sulla scala arcobaleno Lgbt e riceve una nota disciplinare

Un gesto di rifiuto verso il simbolo di inclusività ha scatenato una polemica politica e sociale a Verona, dove uno studente è stato punito per essersi rifiutato di salire su una "scala arcobaleno", un simbolo della lotta contro l'omofobia. La vicenda ha sollevato il dibattito sull'inclusività nelle scuole e sui limiti tra educazione e ideologia.

Verona: uno studente rifiuta di salire sulla scala arcobaleno Lgbt e riceve una nota disciplinare

Un episodio che ha sollevato un acceso dibattito sui diritti LGBT ha avuto luogo in una scuola media di Verona. Un giovane studente di 13 anni ha infatti ricevuto una nota disciplinare per essersi rifiutato di salire su una “scala arcobaleno“, dipinta nell’istituto per celebrare la Giornata contro l’omofobia.

La vicenda ha suscitato reazioni contrastanti, culminando con una presa di posizione anche da parte del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara. La scala arcobaleno era stata realizzata l’anno precedente dagli studenti della scuola media Agli Angeli di Verona, con l’obiettivo di sensibilizzare la comunità scolastica sui temi dell’inclusività, del rispetto e della tolleranza verso la comunità LGBT.

Dipinta con i colori dell’arcobaleno, la scala porta parole come “accoglienza“, “rispetto” e “non discriminazione“, diventando un simbolo visibile della lotta contro le discriminazioni. La sua creazione era stata supportata anche dal Ministero dell’Istruzione, che aveva accolto positivamente l’iniziativa.

Il 10 febbraio scorso, uno studente si è trovato a dover percorrere i gradini arcobaleno per raggiungere una delle aule dell’istituto. Tuttavia, il ragazzo ha deciso di non salire sulla scala, preferendo arrampicarsi sul corrimano, rischiando di mettersi in pericolo. Un comportamento che non è passato inosservato: la sua insegnante ha infatti deciso di sanzionarlo – ipso facto – con una nota disciplinare, accusandolo di aver compiuto un gesto “assolutamente inadeguato” e pericoloso.

Durante un incontro con la dirigenza scolastica, lo studente ha spiegato di essere contrario ai valori rappresentati dalla comunità LGBT, motivando così il suo gesto. Questo ha suscitato una reazione sorpresa e dispiaciuta da parte dei responsabili scolastici, che avevano sempre visto la scala arcobaleno come un progetto volto a educare i ragazzi al rispetto delle differenze.

I genitori dello studente non hanno accettato la punizione e hanno contestato la nota disciplinare, ritenendola inaccettabile. Secondo loro, il figlio non era da considerarsi omofobo, ma aveva semplicemente espresso una sua posizione. Per questo motivo, hanno deciso di rivolgersi all’Ufficio scolastico provinciale e al Ministero dell’Istruzione, chiedendo una revisione del provvedimento.

Il caso ha rapidamente guadagnato rilevanza politica. Esponenti della Lega, tra cui il deputato Rossano Sasso, hanno criticato la scuola, accusandola di aver punito lo studente per motivi ideologici. Dall’altro lato, l’assessore ai Diritti umani di Verona (comune amministrato da una lista civica a guida PD), Jacopo Buffolo, ha difeso l’operato dell’istituto, sottolineando che l’obiettivo della scuola era quello di educare al rispetto e alla convivenza, non certo di imporsi ideologie. 

L’Ufficio scolastico regionale, rappresentato dal dirigente Marco Bussetti, ha preso le distanze dalle accuse di motivazioni ideologiche alla base della nota disciplinare. Secondo l’Ufficio, la decisione di punire il ragazzo era esclusivamente legata al comportamento rischioso che aveva messo in atto, arrampicandosi sul corrimano, senza alcun intento di giudicare le sue opinioni. Bussetti ha assicurato che il caso verrà approfondito e ha annunciato un incontro con il padre dello studente per fare chiarezza. 

Continua a leggere su Fidelity News