:Decesso di Tommaso De Vita: il sogno spezzato dal suo malanno

Al quarto piano dell’ospedale di Pescara, Tommaso De Vita inseguiva con determinazione il suo sogno: continuava a studiare e lavorare per la specializzazione in Ostetricia e Ginecologia, con la passione e l’impegno che lo avevano sempre contraddistinto.

:Decesso di Tommaso De Vita: il sogno spezzato dal suo malanno

PESCARA – Al quarto piano dell’ospedale Santo Spirito di Pescara, Tommaso De Vita inseguiva con determinazione il suo sogno: diventare uno specialista in Ostetricia e Ginecologia. Studiava e lavorava con passione, affrontando turni lunghi e faticosi, animato dall’amore per la medicina e dalla volontà di aiutare gli altri. Ma un piano più in su, al quinto, si trovava il suo inferno. Lì era ricoverato in day hospital per lottare il suo malanno che, da marzo dello scorso anno, lo aveva messo a dura prova. Una lotta che ha affrontato con coraggio, provando ogni possibile terapia. Fino a martedì scorso, quando, poco dopo le 13, ha deciso di porre fine al suo strazio.

Il gesto disperato

Tommaso, 32 anni, si è lanciato nel vuoto da una finestra del reparto di Ematologia, diretto dal professor Mauro Di Ianni. Un volo di circa 15 metri che non gli ha lasciato scampo. Non ha lasciato biglietti o messaggi sul letto, solo un silenzio assordante che ha avvolto familiari, amici e colleghi. Fino a poche ore prima era accompagnato dai suoi genitori, presenti accanto a lui nel reparto per sostenerlo nell’ennesima terapia. Ma qualcosa dentro di lui si è spezzato definitivamente. Il malanno, le cure invasive, la paura per il futuro e il peso emotivo di una lotta impari lo hanno sopraffatto. Per atto dovuto, la Procura di Pescara ha aperto un fascicolo per ricostruire la dinamica e il movente del disperato gesto. Nei prossimi giorni verrà eseguita l’autopsia per chiarire ulteriormente le circostanze del decesso.

Un giovane medico brillante e appassionato

Originario di Taranto, Tommaso De Vita aveva scelto di trasferirsi in Abruzzo per seguire il suo sogno di diventare ginecologo. Dopo la laurea in Medicina all’Università di Chieti, si era specializzato in Ostetricia e Ginecologia, un percorso che avrebbe dovuto concludere a novembre 2024. Ma il malanno aveva rallentato il suo cammino, costringendolo a lottare contro un brutto male mentre cercava di portare avanti i suoi studi e la sua carriera. Nonostante le difficoltà, Tommaso era riuscito a lasciare un segno tangibile nel suo campo. Aveva partecipato a importanti ricerche scientifiche, tra cui quella sulla tecnica innovativa di “Chirurgia senza anestesia e senza cicatrici”, un metodo rivoluzinale per l’isterectomia che riduce il tormento, tempi di recupero e rischi per le pazienti. Un medico brillante, determinato, sempre pronto a imparare e a mettersi al servizio degli altri.

Lo strazio di colleghi e amici

La notizia del decesso ha sconvolto chiunque lo conoscesse. In molti hanno voluto ricordarlo con parole cariche di affetto e strazio. La Clinica Ostetrico-Ginecologica dell’ospedale di Chieti gli ha dedicato un messaggio commovente: “Con il cuore spezzato piangiamo la perdita di un collega, ma soprattutto di un amico. Con la tua intelligenza, la tua simpatia, la tua instancabile dedizione, hai alleviato il tormento delle pazienti e alleggerito i turni di lavoro. Purtroppo la vita ingiusta non ti ha dato tregua. Il peso del malanno, la paura, lo strazio, la solitudine di chi è abituato a curare ma fatica a essere curato, ti hanno spinto oltre il limite.

Non avremmo voluto dirti addio così. Non avremmo voluto lasciarti andare senza riuscire a stringerti ancora, a farti sentire tutto il bene che ti circondava. Riposa in pace, Tommy. Ti porteremo per sempre nei nostri cuori.” Anche il direttore della Asl di Pescara, Vero Michitelli, ha espresso il proprio cordoglio: “Ha lasciato un vuoto incolmabile in tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo e di lavorare al suo fianco. Un giovane medico brillante, dedito alla cura degli altri, che affrontava con coraggio la sua lotta contro una grave malanno. La notizia del suo decesso, avvenuta in circostanze disgrazie, ci addolora profondamente e ci lascia sgomenti. In questo momento di strazio, ci uniamo alla famiglia e agli amici, porgendo le nostre più sentite condoglianze.” Il professor Maurizio Rosati, direttore del dipartimento Materno-Infantile, lo ricorda con affetto: “Era un ragazzo dedito al lavoro, con grande spirito di sacrificio. Era ben voluto da tutti e tutti gli volevamo bene. È una notizia che ci ha sconvolto.

Il sogno interrotto, il ricordo che resta

La storia di Tommaso De Vita è quella di un giovane medico che, nonostante il malanno, ha continuato a lottare con tenacia per realizzare il proprio sogno. Un ragazzo che voleva aiutare gli altri, ma che forse non ha trovato abbastanza aiuto per sé stesso. A seguito della disgrazia, la Asl ha deciso di rimandare al 24 febbraio l’evento di consegna dell’attrezzatura e del materiale acquistato con i fondi del premio “Speciale del volontariato e della solidarietà Piero Setta 2024”. Un piccolo segno di rispetto per un collega che non c’è più, ma che continuerà a vivere nei ricordi di chi lo ha amato e stimato. Un sogno spezzato troppo presto, ma un’eredità professionale e umana che non verrà dimenticata. 

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