Con Aboubakar Soumahoro che rischia seriamente la decadenza dalla carica di parlamentare della Repubblica a causa della condanna inflittagli dalla Corte d’Appello di Bologna – conseguenza di una serie di irregolarità riscontrate nella rendicontazione delle spese relative alla campagna elettorale che ne sancì l’elezione alla Camera dei Deputati – le sinistre italiane sembrano già aver individuato il loro prossimo paladino. Si tratta di Lam Magok Biel Ruei, un migrante sudanese di 32 anni, il cui nome è balzato nelle ultime ore agli onori della cronaca per una clamorosa denuncia presentata nei confronti dei vertici del governo italiano, accusati di favoreggiamento.
La vicenda trae origine dalla recente espulsione di Osama Almasri, il comandante della polizia libica rimpatriato dal governo italiano e al centro di uno scandalo internazionale che ha suscitato indignazione in diversi ambienti politici e giuridici.Secondo quanto dichiarato dallo stesso Ruei, egli sarebbe stato una delle vittime dirette delle crudeltà perpetrate da Almasri, il quale è attualmente indagato per delitti gravissimi tra cui detenzione illegittima, persecuzione, trattamenti crudeli, torture, violenze sessuali e delitti. “Io sono stato vittima e testimone di queste crudeltà, che ho già raccontato alla Corte Penale Internazionale”, afferma Ruei con evidente indignazione.
Ma il governo italiano mi ha reso vittima una seconda volta, vanificando la possibilità di ottenere giustizia sia per me, sia per tutti coloro che hanno subito le sue violenze, sia per le persone che ha fatto fuori, sia per chi, purtroppo, continuerà a soffrire sotto il suo comando. L’espulsione di Almasri ha sottratto alla giustizia un crudele deliquente, proprio quando il mandato di arresto della Corte Internazionale avrebbe potuto finalmente assicurarlo alla giustizia”.I legali di Ruei rincarano la dose, sostenendo che “le autorità italiane erano state non solo informate ufficialmente dell’operatività del mandato di arresto nei confronti di Almasri, ma anche coinvolte in una specifica attività di consultazione e coordinamento volta a garantirne l’attuazione”.
In pratica, secondo la loro ricostruzione, le condotte di Giorgia Meloni, Matteo Piantedosi e Carlo Nordio avrebbero agevolato la fuga del comandante libico, impedendo che fosse tradotto dinanzi alla giustizia internazionale. È proprio per questa ragione che Ruei, ospitato in Italia dalla Ong Baobab Experience, ha deciso di sporgere denuncia contro i principali esponenti dell’esecutivo di centrodestra, accusandoli di non aver fatto abbastanza per consegnare Almasri alla giustizia internazionale.Tuttavia, non mancano elementi che suscitano perplessità e pongono interrogativi legittimi sulla vicenda. Due in particolare destano sospetti. Il primo riguarda l’Organizzazione non governativa che offre ospitalità a Ruei: Baobab Experience. Tra i principali finanziatori di questa Ong, infatti, figurano le Open Society Foundations, l’onnipresente rete di finanziamento riconducibile al miliardario George Soros, noto per il suo attivismo in favore delle politiche migratorie di stampo globalista.
Un dettaglio che non può passare inosservato e che solleva dubbi sulle reali finalità della denuncia sporta dal migrante sudanese.Il secondo elemento di riflessione riguarda la recente esposizione pubblica di Ruei, che la scorsa settimana ha partecipato a una conferenza stampa organizzata alla Camera dei Deputati da Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, insieme ai leader di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni. Un particolare che appare tutt’altro che casuale, considerando che proprio Bonelli e Fratoianni, poco più di due anni fa, furono tra i principali promotori della candidatura e dell’elezione a Montecitorio di Aboubakar Soumahoro.
Tutti questi tasselli sembrano incastrarsi con precisione quasi millimetrica, delineando un quadro che appare molto più articolato di quanto possa sembrare a un’analisi superficiale. La caduta in disgrazia di Soumahoro sembra aver lasciato un vuoto che qualcuno, con grande tempismo, sembra già intenzionato a colmare. E non è affatto escluso che la premiata ditta Bonelli–Fratoianni stia già valutando la possibilità di puntare su Lam Magok Biel Ruei come nuova figura simbolica in vista delle prossime tornate elettorali. Coincidenze? Difficile crederlo.