Momenti di tensione questa mattina a Tolentino (Macerata), dove due operai di 19 anni, entrambi di origine egiziana, sono saliti su una gru alta circa dieci metri in un cantiere della ricostruzione post-sisma, minacciando di lanciarsi nel vuoto per protestare contro il mancato pagamento delle loro spettanze arretrate. La protesta è scaturita dalla mancata retribuzione per i lavori svolti nel mese di dicembre, quando il cantiere era ancora gestito da un’altra impresa. I due giovani lavoratori, esasperati dalla situazione, hanno deciso di compiere un gesto estremo per attirare l’attenzione sulle loro difficoltà economiche, mettendo a rischio la propria incolumità.
Intervento delle forze dell’ordine e trattativa
L’allarme è scattato intorno alle 8:50 del mattino, quando i due operai hanno raggiunto la sommità della gru e hanno iniziato a urlare minacciando di gettarsi nel vuoto. Sul posto sono immediatamente intervenuti i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile e della Stazione di Tolentino, insieme ai Vigili del Fuoco e alla Polizia Locale, mentre numerosi passanti e colleghi assistevano con apprensione alla scena.
La situazione si è rivelata particolarmente delicata, poiché i giovani si rifiutavano di scendere, determinati a ottenere quanto spettava loro. Dopo una prima fase di trattativa condotta dai militari dell’Aliquota Operativa di Tolentino, gli operai sono stati convinti a spostarsi dall’esile struttura della gru alle impalcature del cantiere, dove si trovavano in condizioni di maggiore sicurezza. Tuttavia, hanno continuato a minacciare di compiere gesti estremi nel caso in cui qualcuno avesse provato ad avvicinarsi ai ponteggi.
Il ruolo decisivo del negoziatore e la risoluzione del caso
Vista la complessità della situazione, è stato richiesto l’intervento di un negoziatore del Reparto Operativo del Comando Provinciale dei Carabinieri di Macerata, esperto in gestione delle crisi. Parallelamente, si è aperto un dialogo tra il loro diretto responsabile, un imprenditore 51enne egiziano, e il titolare della nuova ditta che da dieci giorni aveva rilevato la gestione del cantiere. Grazie all’attività di mediazione delle forze dell’ordine, la soluzione è arrivata nel giro di quattro ore: il titolare della ditta subentrata nella gestione del cantiere è giunto dall’Abruzzo e, una volta ottenuta la liberatoria dalla precedente impresa edile, ha effettuato un bonifico istantaneo per saldare il dovuto agli operai. A quel punto, rassicurati dall’avvenuto pagamento, i due lavoratori hanno deciso di porre fine alla protesta e sono scesi spontaneamente dalle impalcature, senza necessità di assistenza medica da parte del personale del 118, che era presente sul posto per precauzione.
L’epilogo e le reazioni
L’episodio ha tenuto impegnate per l’intera mattinata diverse unità delle forze dell’ordine, preoccupate per le possibili conseguenze di una simile protesta. Grazie alla tempestività e alla professionalità dei Carabinieri, la situazione si è risolta senza incidenti. L’accaduto riaccende il dibattito sulla tutela dei diritti dei lavoratori nei cantieri edili e sulla necessità di garantire tempestività nei pagamenti, evitando che situazioni di disagio economico portino a gesti estremi. I sindacati hanno espresso solidarietà ai due operai, sottolineando l’importanza di maggiori controlli per prevenire episodi simili in futuro.