Pensionata deceduta dopo le percosse: a processo la sorella e il cognato

Sono accusati di aver tormentato in famiglia aggravati dal decesso e ora rischiano una condanna che va dai 12 ai 24 anni di reclusione. A finire a processo sono la sorella e il cognato della pensionata deceduta in seguito a ripetute violenze subite.

Pensionata deceduta dopo le percosse: a processo la sorella e il cognato

È con questa pesante accusa che sono finiti sotto processo, davanti alla Corte d’Assise di Chieti, Lunella Civitarese, 76 anni, e il marito Donato Di Meo, 74 anni. I due coniugi sono ritenuti responsabili del decesso di Valentina Civitarese, 78 anni, sorella dell’imputata, malata di demenza senile, morta l’11 febbraio 2022 all’ospedale Renzetti di Lanciano. Secondo l’accusa, la donna sarebbe stata vittima di ripetuti tormenti fisici nella casa in cui era ospitata dai congiunti, fino a riportare fratture costali multiple e traumi che avrebbero innescato una sepsi inevitabile. I due imputati rischiano una condanna tra i 12 e i 24 anni di reclusione ciascuno, in base all’articolo del codice penale che punisce i tormenti in famiglia con esito del decesso. Ieri mattina si sarebbe dovuta tenere la prima udienza del processo (presidente Guido Campli, giudice a latere Luca De Ninis), ma è stata rinviata all’11 marzo per legittimo impedimento della 76enne.

La ricostruzione dei fatti

Le indagini, coordinate dal pubblico ministero Giancarlo Ciani e condotte dalla squadra mobile di Chieti, hanno ricostruito la brutta vicenda. Nel marzo del 2020, Valentina Civitarese era stata accolta nella casa della sorella e del cognato, al civico 151 di Villa Rogatti, un piccolo borgo della provincia di Chieti. La donna, già affetta da una forma avanzata di demenza, necessitava di assistenza continua. Tuttavia, secondo la tesi dell’accusa, invece di ricevere cure e protezione, sarebbe stata ripetutamente picchiata e tormentata dai due familiari. Dalle analisi forensi è emerso che, già in epoca antecedente al decesso, la 78enne aveva subito fratture alle costole, segno di violenze pregresse.

Nei 10-15 giorni precedenti il decesso, la donna avrebbe subito nuove percosse, riportando ulteriori fratture toraciche. Proprio queste lesioni avrebbero provocato una grave infezione generalizzata (sepsi), che ha infine condotto al decesso. La mattina dell’11 febbraio 2022, la donna è stata trovata in stato di semi-incoscienza dai familiari, che hanno chiamato il 118. L’ambulanza l’ha trasportata d’urgenza all’ospedale Renzetti di Lanciano, dove i medici hanno riscontrato fratture multiple. Nonostante il ricovero in terapia intensiva, le condizioni della paziente sono peggiorate rapidamente fino al decesso. Proprio il quadro clinico della donna deceduta ha destato sospetti tra i sanitari, i quali hanno segnalato il caso alla polizia, facendo scattare le indagini.

La svolta nelle indagini: una registrazione incastra il cognato

Inizialmente, l’indagine si era concentrata principalmente su Lunella Civitarese, mentre per Donato Di Meo la procura aveva chiesto l’archiviazione. Tuttavia, a novembre 2023, quando la richiesta di archiviazione era già arrivata al giudice per le indagini preliminari, è emersa una nuova prova decisiva. Un vicino di casa della donna deceduta ha presentato una dichiarazione spontanea alla procura di Chieti, sostenendo che Donato Di Meo gli aveva confidato di aver colpito più volte la cognata.

Non solo: l’uomo ha anche consegnato agli inquirenti una registrazione audio, nella quale si sentirebbero frasi incriminanti che proverebbero il coinvolgimento dell’imputato nelle violenze. Questa nuova prova ha ribaltato l’esito dell’inchiesta, portando anche Donato Di Meo a processo davanti alla Corte d’Assise di Chieti. Ora spetterà ai giudici stabilire se l’accusa sarà in grado di dimostrare il nesso di causalità tra le violenze e il decesso della donna, circostanza necessaria per configurare l’aggravante del decesso. Il processo si preannuncia complesso e delicato, con la possibilità di una condanna tra le più severe previste per questo genere di reato. 

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