L’AQUILA. Otto anni fa, il 24 gennaio 2017, una giornata come tante si trasformò in una disgrazia indimenticabile per la comunità aquilana e per l’intera regione. Intorno a mezzogiorno, la notizia si diffuse rapidamente: un elicottero del 118 con sei persone a bordo era scomparso nella zona di Campo Felice. A bordo, cinque operatori sanitari e uno sciatore appena recuperato sulle piste.
La disgrazia
I soccorsi si attivarono immediatamente con una mobilitazione massiccia. Nei primi momenti, la situazione appariva confusa, con la fitta nebbia su Monte Cefalone che sembrava celare l’entità della sconvolgente vicenda. Tuttavia, nel giro di un’ora, le speranze svanirono: l’elicottero, disorientato dalle condizioni meteorologiche avverse, si era schiantato contro una parete rocciosa. Per i sei occupanti non c’era più nulla da fare. Il recupero delle salme fu lungo, durando oltre quattro ore. Gli stessi soccorritori, molti dei quali colleghi e amici delle persone decedute, furono sopraffatti dall’emozione nel riportare a valle i corpi. Quella giornata segnò profondamente l’intera comunità, lasciando una ferita che il tempo non ha ancora guarito.
Il ricordo e la commemorazione
Otto anni dopo, lo strazio è ancora vivo, ma con esso persiste il ricordo indelebile di coloro che persero la vita: Walter Bucci, 57 anni, medico rianimatore del 118; Davide De Carolis, 39 anni, tecnico dell’elisoccorso e consigliere comunale di Santo Stefano di Sessanio; Giuseppe Serpetti, 59 anni, infermiere; Mario Matrella, 42 anni, verricellista; Gianmarco Zavoli, 47 anni, pilota; Ettore Palanca, 50 anni, maître d’hotel romano, infortunatosi sugli sci. Anche quest’anno, venerdì 24 gennaio, la comunità si stringerà attorno ai familiari dei deceduti con una messa commemorativa nella Chiesa di Santa Maria del Suffragio (Anime Sante) in piazza Duomo, alle ore 11. La cerimonia sarà arricchita dalla voce del soprano Lucia Vaccari e dal coro del Club Alpino Italiano, diretto dal maestro Giulio Gianfelice.
Un impegno condiviso per ricordare
La commemorazione è stata organizzata con il contributo di diverse istituzioni e associazioni, tra cui la ASL dell’Aquila, l’Accademia Medica, l’Università dell’Aquila, l’Accademia dei Fortunati, la Protezione Civile regionale, il Dipartimento di emergenza e accettazione della ASL, Abruzzo Soccorso 118, Max Emergenze Abruzzo Noes e il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico.
Simboli del ricordo
A pochi mesi dalla disgrazia, una targa commemorativa è stata posta presso l’antica “Fonte Cefalone”, nelle vicinanze del luogo del sinitro. Su di essa sono incisi i nomi dei deceduti e una frase che riassume l’essenza di quel disperato evento: “Più forte del loro coraggio fu la nebbia.” All’Aquila, inoltre, è stato dedicato ai “Caduti del Soccorso” lo spazio antistante il monumento ai Caduti presso la Villa Comunale, un gesto simbolico per tenere vivo il ricordo di chi ha sacrificato la propria vita nel compimento del dovere.
Una memoria che resta
La disgrazia dell’elicottero del 118 ha segnato la storia della città e della regione, ma ha anche consolidato il legame tra la comunità e chi opera ogni giorno per salvare vite umane. Questo ricordo, rinnovato ogni anno, è un atto di riconoscenza e amore verso chi ha dato tutto per il prossimo.