Bari, presi i tre componenti della banda della “Uno”

Sono stati arrestati tre giovani per le rapine commesse in numerose attività commerciali della provincia di Bari. I tre ragazzi agivano a mano armata assaltando vari esercizi commerciali a bordo di una "Uno"

Bari, presi i tre componenti della banda della “Uno”

Dopo circa due anni di indagini finalmente i carabinieri del comando provinciale di Bari hanno tratto in arresto i componenti della “banda della Uno”, così chiamata perché i delinquenti agivano nelle loro rapine a bordo di una macchina di questo tipo.

Gli appartenenti alla banda sono tre ragazzi, di 22, 21 e 20 anni, rispettivamente Francesco Quercia, di Corato, provincia di Bari, Micheal Bottone, originario di Torino ma residente a Corato e Federico Frualdo, anche lui dello stesso paese. I tre ragazzi sono accusati di rapina aggravata e ricettazione, per aver commesso numerose rapine ai danni di diversi attività commerciali come supermercati, tabaccherie e anche presso stazioni di servizio .

Le rapine sarebbero state effettuate a mano armata e nella zone dove i tre vivono, Corato, ma anche nei comuni limitrofi tipo Ruvo di Puglia e Terlizzi, sempre in provincia di Bari. Le rapine attribuite ai tre malviventi sono almeno sei, e sono avvenute in sei attività per un danno di oltre 5000 euro. La somma indicata comprende denaro contante e anche biglietti “gratta e vinci” rubati in alcune tabaccherie tra ottobre e dicembre del 2012.

La nota comune tra tutte le rapine è ovviamente l’auto utilizzata per il trasporto dei banditi, in questo caso la “Uno”, ma le macchine erano di volta in volta rubate e dunque sempre diverse di targa. La dinamica delle rapine era quasi sempre la stessa: i tre ragazzi indossavano il passamontagna e armati di pistole, facevano irruzione nell’attività scelta da rapinare e tenevano sotto minaccia clienti e proprietari con le armi. Spesso picchiavano anche qualcuno di loro per lasciarli intontiti e riuscire a fuggire il più velocemente possibile subito dopo aver eseguito il furto.

Le indagini sono state condotte in base alle tracce rilevate durante i rilievi effettuati dopo le rapine nelle attività commerciali, ma anche sulle auto rubate lasciate durante la fuga e sugli abiti che ogni volta i rapinatori gettavano via. Gli investigatori hanno potuto così ricostruire il dna dei giovani e risalire alla loro identità, anche perché uno dei tre, Micheal Bottone, era stato già in carcere a Trani, e quindi per lui è stato facile trovare le tracce. Adesso i ragazzi si trovano nel carcere di Trani, in attesa di giudizio.

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