Un episodio di crudele violazione delle normative sulla macellazione ha portato alla denuncia di un 38enne romeno a Lanciano. L’uomo, proprietario di un suino, è accusato di aver inflitto inutili tormenti all’animale durante una procedura domestica, senza ricorrere allo stordimento obbligatorio. I militari del Nucleo carabinieri forestale di Lanciano, insieme al personale del servizio veterinario dell’Asl02, sono intervenuti a seguito di un esposto presentato da privati cittadini, preoccupati per possibili violazioni. Giunti sul posto, hanno trovato la carcassa dell’animale, priva di testa e con abbondanti tracce di cruore, segni inequivocabili di una pratica che, sebbene radicata in tradizioni culturali, non è più tollerata nel contesto normativo e culturale odierno.
Normative violate e rischi penali
Il Regolamento Ue n.1099/2009 sulla protezione degli animali durante l’abbattimento stabilisce chiaramente che gli animali destinati al mattatoio devono essere storditi in modo da causare una “perdita di coscienza e di sensibilità” fino al momento del decesso. Questo accorgimento mira a evitare che l’animale provi inutili tormenti, ansia o strazio durante il processo.
In Italia, la macellazione domestica per autoconsumo è regolata dall’articolo 16 del decreto legislativo 27/2021, che riconosce la possibilità di mantenere metodi tradizionali nel rispetto delle norme di tutela animale. Tuttavia, il mancato stordimento rende la pratica illegale, configurando il reato di illecito di animali ai sensi dell’articolo 544-ter del codice penale. Se giudicato colpevole, il 38enne rischia una pena che va da 3 a 18 mesi di reclusione o una multa compresa tra 5.000 e 30.000 euro.
La questione culturale e la tutela degli animali
La vicenda riaccende il dibattito sulle pratiche tradizionali e il loro rapporto con le normative moderne. La presenza di metodi considerati “tradizionali” nella comunità romena ha portato a scontri tra le esigenze culturali di alcune comunità e le leggi italiane ed europee in materia di benessere animale. Secondo le autorità, il rispetto delle tradizioni non può giustificare il mancato adeguamento alle norme che tutelano la dignità degli animali. I carabinieri forestali, nel loro intervento, hanno ribadito che queste pratiche sono non solo illegali, ma anche eticamente inaccettabili in un contesto che promuove il rispetto per il benessere degli animali.
L’episodio è anche un monito per il rispetto delle normative e sull’autoconsumo, con l’auspicio che l’educazione e la sensibilizzazione possano evitare il ripetersi di simili violazioni in futuro.