In Ungheria, il preside Csaba Mészáros della prestigiosa scuola superiore “Madách Imre” di Budapest è stato licenziato per essersi rifiutato di applicare il divieto sull’uso degli smartphone in classe, imposto da una nuova legge nazionale. Mészáros ha giustificato la sua scelta dichiarando che l’obiettivo pedagogico della scuola è quello di insegnare agli studenti l’uso corretto degli strumenti digitali, piuttosto che vietarli completamente. Il licenziamento del preside ha suscitato proteste da parte degli studenti, dell’opposizione politica e dei sindacati.
La legge entrata in vigore l’8 agosto 2023 vieta l’uso degli smartphone nelle scuole ungheresi, consentendo agli studenti di portarli con sé ma richiedendo che vengano consegnati agli insegnanti all’inizio della giornata scolastica e restituiti solo al termine delle lezioni. Questo provvedimento è parte di una più ampia tendenza europea che mira a limitare l’uso dei dispositivi mobili durante l’orario scolastico. Tuttavia, il divieto è stato accolto con critiche da parte di alcuni educatori e sindacati, che lo considerano eccessivo e controproducente. Secondo il Sindacato democratico degli insegnanti ungherese, la legge costringerebbe gli insegnanti a diventare “gendarmi“, piuttosto che integratori di tecnologie nel processo di apprendimento.
Csaba Mészáros si è opposto apertamente alla legge, spiegando pubblicamente le sue ragioni in un comunicato diffuso il 19 agosto. Il preside ha dichiarato di aver comunicato la sua intenzione al ministero dell’Istruzione, ricevendo una risposta favorevole da parte del segretario di Stato Zoltán Maruzsa, che avrebbe detto che il regolamento consentiva un certo margine di flessibilità.
Tuttavia, la sua opposizione è finita sotto i riflettori dei media e il 28 agosto il ministero ha annunciato il suo licenziamento, sostenendo che un dirigente scolastico che non rispetta la legge non può continuare a guidare un’istituzione pubblica.
La decisione di licenziare Mészáros ha scatenato una forte reazione nella scuola e tra gli studenti. Il personale dell’istituto ha pubblicato un comunicato esprimendo shock e disapprovazione per il licenziamento, considerandolo inaccettabile sia per le modalità che per la motivazione. In segno di protesta, studenti ed ex studenti della scuola hanno organizzato un sit-in davanti al ministero dell’Istruzione, manifestando solidarietà con il preside e contestando la decisione del governo.