Condannata per calunnia la donna che offese Eleonora Abbagnato

L'étoile Eleonora Abbagnato ha vinto la causa dopo aver ricevuto calunnie e lettere offensive da parte di una mamma che avrebbe voluto ruoli di maggiore importanza per la figlia nella compagnia.

Condannata per calunnia la donna che offese Eleonora Abbagnato

I genitori farebbero di tutto per il bene dei propri figli e fare in modo che siano sereni e felici. Per un genitore il proprio figlio è il più bravo e bello al mondo al punto da criticare e calunniare anche personaggi dello spettacolo. Eleonora Abbagnato, étoile, ma anche direttrice del corpo di ballo di Roma, è stata calunniata da una mamma in quanto avrebbe voluto ruoli maggiormente rilevanti per la figlia nel corpo di ballo. 

Giulia Di Stasi, la mamma, è stata calunniata per offese ai danni di Eleonora Abbagnato che dovrà anche risarcire, come stabilito dal giudice. A causa di questa donna, l’étoile ha ricevuto lettere offensive dal momento che la figlia non avrebbe ottenuto ruoli di prestigio nel balletto. La stessa Abbagnato racconta di essersi sentita minacciata con ripercussioni anche verso i suoi 4 figli e il marito. 

Le lettere sono state inviate, non solo alla celebre étoile, ma anche ad altri tre ballerini finendo sui giornali, le cariche istituzionali, ma anche dalle forze dell’ordine per cui la Abbagnato ha deciso di citarla in causa.Vi erano anche epiteti e offese a un produttore teatrale che collabora, da parecchio tempo, proprio con la Abbagnato. 

La Di STasi è giunta anche a contattare lo stesso produttore chiedendogli di intercedere per lei affinché la Abbagnato facesse danzare maggiormente la figlia considerando che aveva pochi ruoli all’interno della compagnia. Lo stesso produttore ha anche pubblicato il post su Facebook in modo da comprendere bene la situazione. 

Le lettere offensive erano inviate sotto nome con il processo giunto nel 2018 dove la stessa Di Stasi è stata ritenuta colpevole e dove ha anche ammesso di non conoscere la Abbagnato. Il movente di questa mamma è dovuto alla “mancata attribuzione di ruoli rilevanti alla figlia ballerina, peraltro selezionata da precedente direttore”. Oltre alla condanna a due anni, la Di Stasi deve anche risarcire i danni per parte civile e le spese processuali.

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