Presso la sala operatoria dell’Hesperia Hospital di Modena è stato eseguito un intervento di chirurgia oncologica eccezionale su un uomo di 43 anni, segnando un importante traguardo nella medicina italiana e mondiale. Questo intervento pionieristico, il primo del suo genere in Italia e tra i pochissimi eseguiti a livello globale, ha permesso di rimuovere una rara e ampia neoplasia maligna che si era esteso tra sterno, parete toracica, pericardio e grandi vasi sanguigni, arrivando a lambire il cuore.
L’operazione, durata sette ore, ha coinvolto tre distinte équipe mediche: la Chirurgia Toracica dell’Ospedale Civile di Baggiovara, la Cardiochirurgia dell’Hesperia Hospital di Modena e la Chirurgia Plastica del Policlinico di Modena. Questa collaborazione multidisciplinare ha permesso di affrontare le numerose sfide tecniche poste da una neoplasia di tale complessità.A causa della necessità di rimuovere una porzione significativa dello sterno e della parete toracica, i medici hanno impiegato una protesi 3D personalizzata, realizzata in titanio e polietere etere chetone (PEEK), un materiale biocompatibile.
La protesi, progettata dall’azienda Osteobionix a partire da scansioni TAC del torace del paziente, ha sostituito le strutture ossee resecate, permettendo di ripristinare l’integrità e la funzionalità della parete toracica. Grazie alla precisione della tecnologia 3D, è stato possibile adattare perfettamente la protesi alle esigenze anatomiche del paziente, garantendo un risultato ottimale. L’odissea del paziente, un uomo di 43 anni residente in Puglia, era iniziata circa un anno prima, quando aveva notato i primi sintomi a livello toracico. Dopo una serie di esami, si era rivolto alla Chirurgia Toracica dell’Ospedale Civile di Baggiovara, diretta dal professor Pier Luigi Filosso, un’eccellenza nel campo della chirurgia toracica in Italia. La TAC aveva rivelato una voluminosissima massa tumorale nel mediastino, un’area del torace che include organi vitali come il cuore, i polmoni e i grossi vasi sanguigni.
Inizialmente sospettato come linfoma, la neoplasia si è poi rivelato essere un rarissimo seminoma primitivo del mediastino, un tipo di neoplasia embrionale che colpisce prevalentemente giovani uomini tra i 20 e i 40 anni. A causa dell’estensione e dell’infiltrazione della neoplasia, l’operazione era inizialmente considerata inoperabile, e il paziente era stato sottoposto a cicli intensivi di chemioterapia per ridurre la massa tumorale. Dopo il trattamento,della neoplasia si era ridotto a sufficienza per permettere l’intervento chirurgico, che è stato pianificato nei minimi dettagli da un team multidisciplinare. Durante l’intervento, i chirurghi hanno dovuto affrontare numerose sfide, inclusa la gestione delle delicate strutture cardiache e vascolari, nonché la ricostruzione della parete toracica. Il professor Alessandro Stefani della Chirurgia Toracica ha sottolineato la complessità dell’operazione, che richiedeva la rimozione completa della neoplasia, la resezione di parte dello sterno e della parete toracica, e il ripristino della stabilità strutturale del torace.
Il professor Giorgio De Santis, Direttore della Chirurgia Plastica e Ricostruttiva, ha spiegato l’importanza di isolare e preservare i muscoli pettorali e dorsali per ricoprire adeguatamente la protesi, evitando complicazioni post-operatorie. Il cardiochirurgo Alberto Albertini dell’Hesperia Hospital ha descritto la fase finale dell’intervento, durante la quale è stato necessario ricostruire il pericardio con una protesi per prevenire erniazioni del cuore, e posizionare una placca di materiale non riassorbibile sopra la breccia toracica, prima di ancorare la protesi sternale in titanio ai lembi costali e alle clavicole. L’intervento è stato un successo, e il paziente è già stato dimesso dall’ospedale, con la prospettiva di una ripresa positiva, sebbene dovrà essere monitorato attentamente dagli specialisti nei prossimi mesi.Questo intervento rappresenta un’importante innovazione nel campo della chirurgia oncologica, dimostrando come l’integrazione di nuove tecnologie e l’approccio multidisciplinare possano portare a risultati eccezionali anche nei casi più complessi.