Giovanni Toti, di professione giornalista e politico, è laureato in scienze Politiche e stava guidando la sua regione per la seconda volta (consecutiva). Ha militato a lungo nel partito di Silvio Berlusconi, Forza Italia; dal 2022 si è però separato da questo e, divenuto più moderato, attualmente fa parte di una lista elettorale denominata appunto “noi moderati”; in questa troviamo anche Maurizio Lupi.
Il primo mandato come presidente della giunta regionale durò precisamente dal 2015 al 2020, mentre il secondo stava per giungere alle battute finali ma, come visto, il politico ligure abbandonerà anzitempo – rispetto alla scadenza naturale – il ruolo per il quale era stato eletto. Il presidente Toti, serve da premessa, è tuttora coinvolto in un’inchiesta che lo vede accusato di corruzione, questa l’accusa a suo carico.
Il ligure a causa di questa vicenda dallo scorso 7 Maggio sta scontando la pena degli arresti domiciliari. Ora la notizia: il governatore Toti ha deciso di dimettersi irrevocabilmente e questo significa che fra pochi mesi, esattamente 90 giorni, la sua regione andrà nuovamente alle urne per scegliere ed eleggere un nuovo presidente.
Le dimissioni sono state consegnate materialmente dall’assessore Giacomo Giampedrone (suo fedele amico), è stato proprio lui che ha consegnato la lettera contenente la decisione irrevocabile, questo presso l’ufficio protocollo della Regione. L’inchiesta comunque è nella fase finale e il legale dell’ormai ex presidente presenterà presto un’ istanza mediante la quale chiederà la revoca degli arresti domiciliari.
Alla decisione non sono mancate le reazioni dei partiti, secondo Schlein, PD, la decisione è anche tardiva, Conte concorda, dice che non era possibile governare una regione mentre si era ai domiciliari. Di diverso avviso, dunque a difesa del ligure sono: Salvini e questo era prevedibile, ma anche Calenda e questo sorprende di più essendo un avversario politico; il romano definisce queste dimissioni una forzatura dettata dai provvedimenti giudiziari.