Giacomo Bozzoli arrestato, era nascosto in un cassettone del letto con 50mila euro contanti

Si è conclusa la latitanza di Giacomo Bozzoli, irreperibile dalla condanna per il decesso dello zio. Dopo essere fuggito in Spagna con compagna e figlio, l'uomo è stato trovato nella sua casa nascosto in un cassettone con 50mila euro contanti.

Giacomo Bozzoli arrestato, era nascosto in un cassettone del letto con 50mila euro contanti

Dopo 11 giorni di ricerche, si è conclusa la fuga del latitante Giacomo Bozzoli, che si era reso irreperibile dal giorno della condanna definitiva per il decesso dello zio Mario, imprenditore di Marcheno scomparso l’8 ottobre del 2015. I carabinieri lo hanno arrestato giovedì 11 luglio, dopo averlo trovato nel cassettone del letto matrimoniale all’interno della sua villa di Soiano del Garda, nel Bresciano.

L’uomo era ricercato dal primo luglio, giorno in cui le autorità si erano presentate nella sua abitazione per arrestarlo in seguito alla sentenza della Cassazione, che lo ha ritenuto colpevole di aver tolto la vita allo zio. Al loro arrivo trovarono la villa vuota ed il 39enne, la sua compagna Antonella Colossi ed il loro figlio di 9 anni svaniti nel nulla.

Dalle indagini, è emerso che i tre si erano recati in Spagna già da tempo, e le ricerche a livello internazionale si sono subito intensificate per rintracciare l’uomo. Giovedì alle 17:45 finalmente l’arresto, avvenuto nello stesso luogo dove gli agenti si erano originariamente recati per notificargli la sentenza.

Abbiamo capito che era nella villa di Soiano“, ha annunciato alla stampa il procuratore di Brescia Francesco Prete, spiegando che la casa era costantemente monitorata. Non appena hanno visto movimento sospetti, gli agenti sono intervenuti, “e lo abbiamo trovato nascosto in un cassettone del letto matrimoniale. In un borsello aveva 50mila euro. Sappiamo che si è recato con compagna e figlio in Spagna, poi ha fatto rientro in Italia con mezzi di fortuna“.

Al momento dell’arresto, indossava una t-shirt ed aveva capelli spettinati, barba e baffi. Prete ha aggiunto che l’uomo non sembrava avere alcuna intenzione di costituirsi, come dimostrato dal fatto che si era nascosto all’arrivo delle autorità. “Sì è proclamato innocente e ha detto che vorrà dimostrarlo“, ha concluso. La Procura ha aperto un’indagine per capire se ci siano stati complici ache lo abbiano aiutato nella latitanza.

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