Terni, una donna di 90 anni è caduta dalla barella nel pronto soccorso dell’ospedale locale

La caduta è avvenuta mentre la paziente era sotto la supervisione di un'infermiera, che secondo le indagini non ha adottato le misure di sicurezza necessarie per evitare il sinistro

Terni, una donna di 90 anni è caduta dalla barella nel pronto soccorso dell’ospedale locale

Una vicenda drammatica ha coinvolto una novantenne di Terni, che è caduta dalla barella al pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria, dove era stata portata d’urgenza in seguito a un malore. Questo sinistro, avvenuto l’8 febbraio 2013, ha provocato la frattura dell’omero sinistro dell’anziana. Dopo il sinistro, l’azienda ospedaliera ha risarcito i familiari della paziente, che nel frattempo è deceduta per altre cause. Ora, a distanza di undici anni, arriva la sentenza della Corte dei Conti dell’Umbria. La magistratura contabile ha citato a giudizio tre persone: due infermieri e un dirigente medico.

L’atto di citazione è stato depositato il 18 agosto 2023, e dopo un lungo iter, è stata emessa la sentenza. La Corte dei Conti ha condannato una delle infermiere, che all’epoca era in servizio al pronto soccorso del “Santa Maria”, a risarcire l’ospedale ternano con quasi 12.000 euro. Le richieste di condanna per l’altro infermiere e il dirigente medico, ai quali la procura aveva chiesto un risarcimento pari a quasi 12.000 euro a testa, sono state respinte. L’incidente risale all’8 febbraio 2013, quando la novantenne cadde dalla barella con le sponde di contenimento alzate, sulla quale era stata posizionata al suo arrivo al pronto soccorso.

La caduta le causò la frattura dell’omero sinistro. Pochi giorni dopo l’incidente, l’anziana avanzò una richiesta di risarcimento danni nei confronti dell’azienda ospedaliera di Terni. Il giudizio civile che ne seguì, iniziato nel 2016 presso il Tribunale di Terni, si concluse con una sentenza di condanna dell’ospedale al risarcimento dei danni in favore dell’erede della novantenne, nel frattempo deceduta. L’assicurazione liquidò quasi 36.000 euro ai familiari, somma successivamente rimborsata dall’azienda ospedaliera. La Corte dei Conti ha ritenuto che vi fossero evidenti violazioni degli obblighi di custodia e vigilanza della paziente da parte dell’infermiera.

Secondo la testimonianza della stessa infermiera nel giudizio civile, l’anziana le aveva chiesto di voler scendere dalla barella dopo essere rimasta immobilizzata per oltre quattro ore. Nonostante l’infermiera avesse sentito la richiesta e visto la manovra pericolosa che la paziente stava iniziando con i piedi, non è riuscita a intervenire in tempo per bloccarla, con conseguente frattura dell’omero sinistro. La sentenza della Corte dei Conti ha avuto implicazioni significative per l’infermiera condannata. Oltre alla sanzione pecuniaria, l’infermiera dovrà affrontare le conseguenze professionali della condanna.

Questo episodio ha sollevato importanti questioni sulla sicurezza e la qualità delle cure nei pronto soccorso, mettendo in evidenza la necessità di una maggiore attenzione e formazione del personale sanitario.In risposta a questo tragico incidente, la direzione dell’ospedale di Terni ha espresso profondo rammarico e ha avviato una serie di misure preventive. Tra queste, un potenziamento della formazione del personale sanitario e l’implementazione di protocolli di sicurezza più rigorosi. Anche le autorità sanitarie locali stanno collaborando per assicurare che gli standard di cura e sicurezza siano rispettati in tutte le strutture sanitarie della regione.

Il caso della novantenne caduta dalla barella al pronto soccorso di Terni rappresenta un episodio doloroso che sottolinea l’importanza della responsabilità e della professionalità nel settore sanitario. La condanna dell’infermiera da parte della Corte dei Conti ribadisce la necessità di vigilare costantemente sulla qualità delle cure offerte ai pazienti, specialmente quelli più vulnerabili. Garantire la sicurezza e il benessere dei pazienti è un imperativo che deve guidare ogni operatore sanitario nel proprio lavoro quotidiano.

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