USA, perì di overdose a 8 anni: incriminati i genitori

Hunter Hawa perse la vita lo scorso luglio a soli 8 anni e l'autopsia rivelò che aveva sostanze stupefacenti e fentanil in circolo. Ora i suoi genitori sono stati incriminati per il suo decesso.

USA, perì di overdose a 8 anni: incriminati i genitori

Aveva solo 8 anni il bambino della Pennsylvania che perse la vita lo scorso luglio per quella che, dall’autopsia, risultò essere una overdose. A quasi un anno dall’accaduto Mousa Hawa e Holly Band, i genitori del piccolo Hunter Hawa, sono stati adesso formalmente incriminati per il suo decesso.

La vicenda ebbe inizio il 26 luglio 2023, quando la polizia di Coatesville intervenne in una casa dopo aver ricevuto una chiamata che segnalava la presenza di un bambino che era in arresto cardiaco. Gli agenti trovarono la madre in condizioni frenetiche, mentre il bambino era privo di conoscenza, con la pelle color cenere e le labbra blu, accasciato e incastrato tra la poltrona reclinabile su cui si era addormentato e il muro dietro di essa. Il decesso di Hunter fu dichiarato al suo arrivo in ospedale.

I poliziotti che intervennero nell’abitazione trovarono sacchetti vuoti di eroina sul pavimento della stanza in cui fu trovato il bambino. Inoltre rinvennero nella casa una scatola da scarpe contenente centinaia di sacchetti contenenti fentanil blu e sacchetti vuoti o ancora contenenti residui di sostanze stupefacenti. Il padre del bambino urlò ai poliziotti di uscire dalla sua casa, dimostrandosi “più preoccupato dalle forze dell’ordine che perquisivano la sua casa che dall’andare in ospedale“.

I campioni di sangue e di urina prelevati dal bambino confermarono la presenza di narcotici in circolo, mentre i campioni di capelli avevano tracce di fentanil, il che significa che aveva avuto un’ulteriore esposizione precedente alla data del suo decesso. I genitori di Hunter, il padre 41enne  Mousa e la madre 40enne Holly, sono ora accusati di omicidio di terzo grado.

I pubblici ministeri sostengono che Mousa si riferiva alle sostanze trove in casa come “medicina” e avrebbe detto agli investigatori che suo figlio sapeva di non dover toccare la “medicina di papà”  e che si sarebbe sentito male se l’avesse presa. Tre anni fa i genitori avevano perso la custodia del figlio, che era stato affidato ad una zia, ma successivamente fu nuovamente restituito ai genitori.

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