Riparte la corrida in Messico: in un giorno già 6 i tori deceduti

Dopo una sospensione di 18 mesi, domenica è ripresa la corrida in Messico, con oltre 40mila spettatori. Sei i tori che hanno perso la vita in un solo giorno, mentre in centinaia protestavano all'esterno.

Riparte la corrida in Messico: in un giorno già 6 i tori deceduti

La corrida ha fatto il suo ritorno a Città del Messico, dopo una pausa durata quasi due anni, in seguito ad una recente sentenza della Corte Suprema che ne ha revocato la sospensione. Nella giornata di domenica sono avvenute diverse corride, durante le quali sei tori sono stati uccisi davanti a 40mila spettatori che gremivano la Monumental Plaza de Toros México, la più grande arena per corrida del mondo.

La corrida era stata messa fuori legge da un tribunale di Città del Messico nel 2022, dopo che un’ingiunzione è stata presentata dall’organizzazione per i diritti umani Justicia Justa. A dicembre la decisione della Corte Suprema di Giustizia di revocare la sospensione, mentre si discute il merito del caso per giungere a una decisione sull’impatto delle corride sul benessere degli animali.

Il famoso matador messicano Joselito Adame è stato il primo torero a entrare nell’arena, davanti agli spettatori, tra cui anche numerosi bambini, che applaudivano il ritorno della “fiesta brava“, come è conosciuta la corrida in Messico. Si potevano sentire alcuni gridare: “Viva la libertà“, quando il primo toro entrava nell’arena.

La ripresa del barbaro spettacolo non è avvenuta però senza inghippi. Il ritorno delle corride, celebrate in Messico sin dal XVI secolo, è stato accolto con forti critiche, e circa 300 sostenitori dei diritti degli animali, che si sono radunati fuori dalla Monumental Plaza de Toros México per protestare contro le corride.

Gli attivisti hanno inseguito gli operatori dell’arena e lanciato bottiglie di plastica e sassi prima che intervenisse la polizia con tenuta antisommossa. “Perché è stato permesso il ritorno delle corride quando ci sono prove evidenti di tutti i danni che arrecano a un essere vivente, come il toro?“, ha chiesto l’attivista Guillermo Sánchez, che teneva in mano un cartello con la scritta “Sadismo travestito da cultura, sport e tradizione“.

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