Vessazioni e discriminazioni alle allieve dell’Accademia: "Vi faccio impazzire fino al congedo"

Secondo le accuse, il tenente colonnello avrebbe imposto pratiche umilianti ai palafrenieri, incluse attività degradanti e commenti discriminatori. Nonostante le gravissime accuse, è rimasto in servizio, sebbene in un ruolo diverso.

Vessazioni e discriminazioni alle allieve dell’Accademia: "Vi faccio impazzire fino al congedo"

In una rivelazione sconvolgente che riecheggia le dure scene del film “Full Metal Jacket” di Stanley Kubrick, una vicenda poco edificante emerge dall’Accademia Militare di Modena, sollevando interrogativi sull’etica e la disciplina all’interno dei reparti italiani. Il tenente colonnello Giampaolo Cati, 45 anni, è al centro di un’indagine della Procura di Modena per accuse di vessazioni e abuso di autorità. L’ufficiale è accusato di aver imposto pratiche punitive e umilianti ai palafrenieri delle scuderie dell’accademia, inclusi atti degradanti come la pulizia frequente dei genitali dei cavalli.

Le indagini, scaturite da segnalazioni interne all’accademia e prese in carico dalla magistratura ordinaria su indicazione della magistratura militare di Verona, hanno portato alla luce comportamenti inquietanti. Le accuse includono frasi discriminatorie, body shaming e vessazioni continue, in particolare nei confronti del personale femminile.

Nonostante le gravi accuse, il tenente colonnello Cati resta attivo all’interno dell’Accademia di Modena, anche se trasferito in altro ruolo. La segnalazione dei fatti è stata fatta dal generale Davide Scalabrin, comandante dell’Accademia, che ha raccolto le testimonianze all’interno dell’istituzione. 

Le indagini, coordinate dal pm Francesca Graziano, hanno portato all’emissione di un avviso di fine indagine per l’ufficiale, generalmente preludio di un rinvio a giudizio. Le persone colpite da questi comportamenti, otto delle quali assistite dall’avvocato Massimo Strampelli, noto per aver seguito il caso di ‘nonnismo‘ nell’Aeronautica di Latina, hanno presentato denuncia.

Tra le frasi inquietanti attribuite al tenente colonnello Cati, emergono vessazioni e insulti diretti agli inferiori, con allusioni all’aspetto fisico, e trasferimenti punitivi. Un comportamento che solleva preoccupazioni non solo sulle condizioni all’interno dell’Accademia Militare di Modena, ma anche sulla più ampia questione del trattamento e del rispetto dei diritti umani nelle istituzioni militari.

In attesa degli sviluppi giudiziari, la vicenda apre un capitolo oscuro nella storia dell’Accademia e pone interrogativi cruciali sulle modalità di formazione e sul clima interno delle forze italiane.

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