L’approvazione del Governo italiano alla cessione della rete fissa di Telecom Italia (Tim) al fondo a stelle e strisce Kkr rappresenta uno sviluppo significativo nel panorama delle telecomunicazioni e degli investimenti infrastrutturali.
La decisione, resa pubblica prima dell’apertura del mercato, è stata accompagnata da diverse prescrizioni volute dal governo per salvaguardare gli interessi strategici nazionali. La Netco, società ad hoc che accoglierà l’asset strategico scorporato da Tim, sarà gestita da un consorzio guidato dal fondo Kkr. Questa mossa è stata preceduta da un contratto firmato il 6 novembre e rappresenta una tappa fondamentale nell’operazione di acquisizione di NetCo, la società che detiene principalmente tutte le infrastrutture di rete fissa di Tim. La partecipazione del Tesoro italiano al capitale della Netco con il 20% sottolinea il coinvolgimento del settore pubblico nel processo.
Le prerogative di governance concordate tra le parti conferiscono al Tesoro una “minoranza qualificata” in questo affare, rafforzando la sua influenza e presenza nelle decisioni chiave. Parallelamente, un fondo specificamente creato da F2i è in procinto di acquisire un ulteriore 10% della Netco, coinvolgendo Fondazioni bancarie ed enti previdenziali.
Questa diversificazione della partecipazione riflette un approccio collaborativo tra attori pubblici e privati per garantire un equilibrio nella gestione delle infrastrutture chiave. L’operazione è stata salutata con favore da Palazzo Chigi, che ha emesso una nota sottolineando l’importanza strategica di questo passo e il suo allineamento con gli interessi nazionali. Il governo italiano si è impegnato a svolgere un ruolo attivo nella definizione delle scelte strategiche, assicurando al contempo tutti i presidi essenziali e garantendo la supervisione statale sugli aspetti legati alla sicurezza, difesa e strategicità della rete e dei relativi asset.
Nonostante questi progressi, l’operazione è ancora soggetta all’approvazione delle autorità Antitrust. La fase di chiusura è prevista entro l’estate, ma il processo dovrà superare l’analisi delle autorità anticoncorrenziali per assicurare la conformità con le leggi sulla concorrenza. Nel frattempo, oggi si è riunito il comitato nomine di Tim in previsione del consiglio che istruirà la pratica per il rinnovo del consiglio di amministrazione alla prossima assemblea di bilancio, fissata per il 23 aprile. Potrebbe essere contemplata anche una possibile riduzione del numero dei consiglieri nel nuovo board, indicando un periodo di transizione e ristrutturazione nell’azienda.