Condannata a 13 anni l’amante di Matteo Messina Denaro

In un processo con rito abbreviato, il Giudice dell'Udienza Preliminare di Palermo ha condannato Lorena Lanceri a 13 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa, legata alla latitanza di Matteo Messina Denaro.

Condannata a 13 anni l’amante di Matteo Messina Denaro

In un processo celebrato con rito abbreviato, il Giudice dell’Udienza Preliminare di Palermo ha emesso una sentenza che ha scosso l’opinione pubblica. Lorena Lanceri è stata condannata a 13 anni e 8 mesi di reclusione, accusata di concorso esterno in associazione mafiosa, nel contesto della latitanza di Matteo Messina Denaro. La sua sentenza è affiancata da quella del marito, Emanuele Bonafede, condannato a 6 anni e 8 mesi per favoreggiamento e procurata inosservanza della pena.

Inizialmente accusata di favoreggiamento, Lanceri ha visto modificare l’accusa nel corso delle indagini che hanno svelato il ruolo chiave svolto dalla donna nella protezione del latitante. Il processo ha gettato luce su una storia intricata, svelando dettagli sorprendenti sulla connivenza della coppia con il capo mafioso.

Le indagini, coordinate dal procuratore Maurizio de Lucia e dall’aggiunto Paolo Guido, hanno visto l’accusa sostenuta dai pm Gianluca de Leo e Piero Padova. La coppia Bonafede-Lanceri ha ospitato Messina Denaro nella loro casa di Campobello di Mazara, consentendogli di trascorrere ore tranquille e incontrare persone senza il timore di essere individuato dalle forze dell’ordine.

Ma non si sono fermati qui: Bonafede e Lanceri hanno effettuato una vigilanza attenta sulla zona, controllando attentamente le telecamere di sorveglianza prima di permettere al capo mafioso di lasciare la loro dimora indisturbato. La testimonianza dei filmati e la dettagliata ricostruzione degli inquirenti dipingono un quadro di complicità straordinaria.

La relazione tra Lanceri e Messina Denaro, fino ad ora sconosciuta al pubblico, è emersa durante l’inchiesta. Una lettera firmata con il nome in codice “Diletta“, riconducibile a Lanceri, dichiarava apertamente l’amore della donna per il capo mafioso durante il periodo della sua patologia. Ulteriori prove emerse durante le indagini includono impronte digitali della donna sul diario di Messina Denaro e su vari supporti contenenti materiale custodito nel covo di Campobello di Mazara.

Un elemento peculiare è l’uso dell’account Amazon di Lanceri per acquistare regali destinati a Messina Denaro, tra cui abbigliamento, libri e poster. Un legame di fedeltà, evidenziato anche da un regalo di valore: nel 2017, il capo mafioso fece da padrino della cresima al figlio dei Bonafede, regalando un lussuoso Rolex del valore di 6.300 euro.

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