Dopo l’arrivo del dollaro digitale privato, anche le banche centrali del mondo, tra cui quella europea, stanno creando e immettendo una loro valuta virtuale nel mercato, così da non rimanere indietro con il progresso tecnologico e finanziario.
La Commissione Europea, infatti, ha recentemente emesso due proposte legislative: la prima per salvaguardare la continua circolazione del contante, mentre la seconda per istituire un quadro giuridico per l’euro digitale.
La fase istruttoria del progetto “euro digitale” della BCE, partita a luglio 2021, potrebbe far diventare realtà la nuova moneta virtuale, o CBDC europea, attorno al 2026. Dall’1 novembre 2023, infatti, è partita la fase operativa, che durerà circa tre anni, e che testerà se effetivamente ci saranno i presupposti per la creazione e l’immisione della nuova moneta da parte della BCE in tutto il vecchio continente.
L’idea che sta alla base dell’euro digitale è quella di offrire una nuova soluzione di pagamento come lo è stato, oltre vent’anni fa, con l’euro, che ha sostituito la moneta nazionale degli Stati membri, tranne quelli che non lo hanno adottato.
L’obiettivo non è dunque sostituire il denaro contante, ma integrerarlo, dando la possibilità per esempio di pagare anche piccole somme oppure inviare denaro in tempo reale a qualunque ora, senza dover attendere tempi e orari d’ufficio degli istituti bancari. Non solo, ci dovrà essere la possibilità di farlo pur essendo offline e poterlo comunque inviare a persone “vicine fisicamente” (come se ci dovessimo scambiare delle monete o delle banconote) tramite tecnologie appositamente studiate in formato Bluetooth o NFC.
Inoltre, il nuovo metodo di pagamento sarà veloce, sicuro e innovativo, rendendolo disponibile ai cittadini e alle imprese attraverso le banche e altri prestatori di servizi autorizzati. Per quanto riguarda le modalità di funzionamento e utilizzo l’euro digitale seguirà quelli del contante sebbene l’evoluzione monetaria sarà digitale poiché la tecnologia utilizzata sarà simile e ispirata alle criptovalute, ma non come quest’ultime, in quanto sarà una moneta fiat.
Quindi esso potrebbe essere emesso e trasferito utilizzando la blockchain (ma non necessariamente) e conservato nel portafoglio digitale (wallet), ma a differenza delle classiche criptovalute, però, sarebbe implementato e controllato centralmente, tramite database gestito dalla banca centrale, dal governo o società terze approvate, anche se distribuito su registro pubblico a blocchi.