Brutta disavventura quella accorsa ad un’anziana donna dalla veneranda età di 93 anni, tanti, ma non da fermare la sua autosufficienza. Purtroppo però una caduta la costringe ad un periodo non breve di cure ospedaliere e la sua casa viene abusivamente occupata mentre lei è ancora nella struttura sanitaria. L’allarme lo danno alcuni vicini dell’anziana donna che resosi conto di ciò che stava accadendo chiamano subito la figlia: “vieni ho visto delle persone arrampicarsi sul terrazzino e forzare la portafinestra della casa di tua mamma“. La telefonata è giunta sabato sera alle nove.
L’immobile occupato si trova ad un piano basso, ma forse questo non avrebbe fermato comunque questi delinquenti, si tratta di un primo piano rialzato di una palazzina di via Camporese civico 57, precisamente nel Rione Pertini di Mestre. L’anziana vive nell’appartamento popolare dell’Ater da molti anni e l’affitto viene corrisposto all’ente anche in periodo di ricoveri prolungati come quello che l’ha bloccata in ospedale. Tuttavia non si è trattato di anni ma di pochi mesi, tempo necessario ad un’anziana per farsi curare a seguito di fratture ossee. Purtroppo delle persone senza scrupoli hanno pensato di prendere il suo posto, si sono intrufolati tra le sue pareti domestiche pretendendo di viverci, con i suoi mobili, i suoi vestiti e tutti i suoi effetti personali.
Scene incredibili quelle che si è ritrovata avanti la figlia: “quando sono arrivata sabato sera mi sono trovata di fronte ad una scena allucinante, in terrazzino che fumava una sigaretta c’era una donna in avanzato stato di gravidanza e un bambino“. Ovviamente ad arrampicarsi e scassinare le serrature degli infissi non è stata lei, infatti alcuni vicini avrebbero testimoniato che è stato un uomo che dopo l’irruzione ha aperto la porta di casa permettendo alla donna incinta e al minore di entrare.
Immediato l’allarme alle forze dell’ordine da parte della figlia dell’anziana donna, sono così giunte due pattuglie ma ovviamente la donna incinta, ha subito edotto le sue intenzioni: da lì non aveva affatto intenzione di andarsene. Le sue idee sono apparse subito chiare, racconta ancora la figlia: “diceva ai poliziotti che siccome era incinta nessuno poteva toccarla e che aveva bisogno di una casa per crescere i suoi figli, il piccolino e quello che portava in grembo“. I poliziotti accorsi sul posto hanno fatto con estrema pazienza leva su di lei, e con tutte le opere di persuasione possibili hanno tentato di convincere la donna rom ad andarsene. Intanto mentre questa non mostrava cedimento alcuno, nel condominio scoppiava una rivolta, gli altri inquilini sono scesi in campo a favore dell’anziana, così si scopre anche che con sabato era il terzo appartamento occupato in pochi giorni e sempre nello stesso stabile. Finalmente dopo alcune ore di trattative e di certo anche qualche minaccia, la donna incinta ha deposto le armi e ha deciso di andarsene. Questa volta c’è stato il lieto fine.