Dopo le critiche piovute addosso alla compagnia aerea irlandese Ryanair a seguito della pubblicazione del libro “Ryanair. Low cost mais à quel prix? (Ryanair. Low cost ma a che prezzo?)” uscito il 24 maggio in Francia e firmato da Cristian Fletcher, nome di fantasia di un pilota della compagnia low cost, un altro pilota ha denunciato le condizioni di scarsa sicurezza a cui sono sottoposti il personale Ryanair e i passeggeri stessi.
L’uomo ha sostenuto che molti dei suoi colleghi hanno paura a parlare ai dirigenti di tali condizioni per paura di ritorsioni: “E’ veramente complicato – ha spiegato – perché le risposte sono quasi sempre molto minacciose”. A ciò si aggiunga la propensione a lavorare anche quando si è sotto malattia a causa del timore di venire licenziati: “Il 70% dei nostri piloti viene pagato solo se effettua dei voli. E questa è una pressione fortissima sulle loro spalle”.
La denuncia arriva a pochi mesi da una serie di atterraggi di emergenza effettuati in Spagna a causa dello scarso carburante imbarcato.
E proprio il carburante sembra essere la vera ossessione della compagnia di Micheal O’Leary, al punto che viene stabilita una “quota ottimale di carburante”, alla quale il pilota può richiedere un supplemento extra se le condizioni meteo sono proibitive o il traffico nello scalo di destinazione è troppo alto. Quando, tuttavia, questo supplemento supera i 300 chili il comandante è tenuto a darne conto alla direzione: “Bisogna evitare di prendere sistematicamente 300 chili in più – si legge in una lettera firmata da John Lesie, responsabile della base delle Midlands Orientali, in Inghilterra e pubblicata dal settimanale francese Le Nouvel Observateur -. Aggiungere sempre 300 chili per ogni volo rappresenta un costo supplementare per la compagnia di oltre 5 milioni di dollari l’anno”.
Ma non è tutto: la compagnia stilerebbe persino una classifica trimestrale dei piloti che consumano meno carburante: quelli che sono più “attenti” alle direttive della direzione ricevono una lettera di congratulazioni. Quelli, invece, in fondo alla classifica una sorta di “tirata d’orecchie”, nella quali li si invita a modulare al risparmio il loro modo di pilotare.
Ma Micheal O’Leary rifiuta ogni attacco: “No, assolutamente. Sia l’Irish Authority che la Spanish Authority hanno cestinato le accuse. Non c’è nessuna prova di quello che dicono: il 54% di ogni volo Ryanair prende più carburante di quello necessario, gli altri prendono quanto ne hanno bisogno. La nostra politica è che ogni pilota prenda tanto carburante quanto vuole”.