La Legge Finanziaria oggi più nota come Legge di Stabilità, una tra le più controverse che ogni anno approda in Parlamento sollevando miriadi di dissensi, tagli di qua, risparmi di là…ma spesso tra le sue pieghe nasconde duri colpi per le fasce più indifese della società, inseriti in un susseguirsi di correzioni incontrollate. Così, a pochi giorni dalla sua approvazione in Consiglio dei Ministri si scopre che invece di colpire a fondo e finalmente, i soliti privilegi, eliminare un’inutile burocrazia, si danneggiano in un solo colpo milioni di cittadini tra i più deboli.
Questo è ciò che accadrà se il Governo Renzi non farà marcia indietro su alcuni fronti, uno di questi è il taglio del “Fondo Patronati”, un insieme di manovre che in tre mosse tagliano entrambe le gambe al settore: è stato inserito uno storno di 150 mln di euro per un’altra sconosciuta “posta del bilancio pubblico”; si è ridotto dall’80 al 45% l’anticipo dei pagamenti a favore degli enti; dal 2016 sarà dimezza l’aliquota di prelievo in busta paga che alimenta il “Fondo per i Patronati”, passando dall’attuale 0,226% allo 0,124% dei salari. Neanche si sa quale strada prenderanno le risorse così ragguagliate. In termini pratici oggi il fondo conta 430 milioni di euro, domani i Patronati ne vedono sottratti 298.
Molti gli allarmi che una tale manovra fa scattare e tutti lanciati dalle fasce meno agiate della popolazione. I Patronati offrono assistenza fiscale su tutti i fronti alle fasce meno abbienti della società e con questi tagli si segna un triste destino per almeno 7000 addetti del sistema di assistenza. Siamo davanti alla non occupazione, non lavoro che viene creato, ma un reddito (tra l’altro molto esiguo) che viene cancellato per tantissime famiglie, questo il primo effetto: un nefasto futuro per migliaia di lavoratori che verranno messi in strada.
Ma appunto e purtroppo non finisce qui, il disastro ancora più preoccupante in termini numerici è quello che le conseguenze di un tale decadimento di servizi comporta: i Patronati nel 2013 hanno registrato ben 14 milioni di richieste da parte di persone che chiedevano assistenza, si va da domande per la pensione, a quelle per l’invalidità, dagli infortuni su lavoro e non solo, ai famigerati permessi di soggiorno o ancora ai bonus antipovertà, ma la lista potrebbe proseguire a lungo. Denominatore comune sono i cittadini che necessitano di questa assistenza, persone per le quali i Patronati rappresentano la sola via di uscita, avranno forse immaginato con quali difficoltà un cittadino ultra sessantenne con i suoi acciacchi può compilare un modulo INPS o una pratica di invalidità da inviare al SSN? Se eliminiamo chi gli da un’ancora di salvezza non gli resterà che “affogare”. Qui si ha davanti persone che attendono invano una semplificazione, e non certo la necessità di istruire pratiche sempre più complesse che richiedono l’utilizzo di strumenti informatici come inserimenti di pin e password sul Web. E’ indubbio che senza assistenza verranno privati di quel poco di welfare che oggi viene loro concesso.
Impossibile capire le ragioni di una tale scelta anche perché non rese note da nessun Ministro, ancora presi dallo smentirsi a vicenda, possibile che non ci sia altro modo per trovare questi 150 milioni. Forse è reale il pensiero che molti hanno sul tentativo di ridimensionamento dei sindacati, così avanza il sospetto che si vuole imporre non la preminenza, ma l’autosufficienza della politica, nessun intermediario ma solo il Governo attivo nel fare e nel disfare.