A poche ore dalla passate polemiche, relative a nuove polemiche per la spunta blu regalata ad alcuni VIP e a una falla di sicurezza che ha afflitto le Cerchie degli utenti, si torna a parlare di Twitter per una provocazione del suo co-fondatore Dorsey e per diverse dichiarazioni fatte dal suo nuovo proprietario Musk.
Il noto social del canarino azzurro ha una policy piuttosto severa sugli account inattivi, secondo la quale bisogna accedere al proprio account almeno una volta ogni 30 giorni, pena l’eliminazione in modo permanente del proprio account. Ciò nonostante, il giro di vita sugli account inattivi, a lungo promesso, non vi era mai stato. Lo stesso Musk nei mesi passati aveva detto che sarebbero stati cancellati 1,5 miliardi di account, parte dei quali inattivi.
Qualcosa però potrebbe essere sul punto di cambiare in merito. Nelle scorse ore Musk è tornato a twittare in merito spiegando che presto verranno cancellati gli account inattivi anche se, rispetto alle policy ufficiali, l’operazione di pulizia sarà più conservativa, visto che saranno eliminati gli account che non abbiano avuto alcuna attività da diversi anni. Ciò, spiega l’imprenditore, potrebbe causare un calo di follower in particolare a quegli utenti, iscritti da lungo tempo, che “hanno accumulato un ampio seguito durante i primi giorni di Twitter come social network“.
A una domanda successiva, relativa al cosa ne sarebbe stato dei nomi utente liberati, Musk ha confermato che a seguito di quest’operazione tali nomi utente saranno di nuovo disponibili anche se non è chiaro cosa occorrerà fare per averli: nello specifico non si comprende se basterà operare come di consueto e registrarsi un account o se sia ancora sul tavolo l’ipotesi di mettere all’asta (almeno) gli handle più ambiti, per generare altre entrate, rispetto a quelle dell’abbonamento Blue.
Sempre grazie ai tweet di Musk, apprendiamo che il social sta lavorando a un piano di verifica per le piccole aziende e le organizzazioni, che sia più economico rispetto ai 1.000 dollari (più 50 per ogni account affiliato) richiesti attualmente. Al momento non è chiaro in cosa consisterà questo piano, quanto costerà e quali saranno le aziende che potranno qualificarsi per beneficiarne: in compenso, l’istrionico CEO di Twitter ha aggiunto che “la società sta elaborando un nuovo processo di onboarding per garantire che le organizzazioni che richiedono la verifica non siano coinvolte in attività fraudolente“.
Infine, un’altra provocazione dall’ex CEO e co-fondatore di Twitter. In merito allo studente universitario che segue pedissequamente i movimenti del jet privato di Musk, bannato da Twitter, Jack Dorsey lo ha invitato a continuare la sua opera, migrando sul suo nuovo social Bluesky.