Il noto social network Twitter, forniti alcuni ragguagli su un celebre data breach subito, potrebbe in futuro mettere in vendita gli username degli utenti, attraverso l’organizzazione di aste online, all’insegna di un progetto caldeggiato anche da Telegram.
Nelle scorse ore Twitter ha pubblicato sul suo blog l’esito di un’indagine condotta in merito ai dati di 400 milioni di suoi utenti messi in vendita nel dark web, rivelando d’essere giunto alla conclusione che non è emersa alcuna prova che tali dati siano stati raccolti sfruttando una vulnerabilità del sistema, e aggiungendo che “i dati sono probabilmente una raccolta di dati già pubblicamente disponibili online attraverso diverse fonti“. In ogni caso, il social ammette che la disponibilità di queste informazioni potrebbe consentire agli hacker di condurre attacchi di phishing.
In conseguenza di ciò viene consigliata prudenza quando si riceveranno delle email che palesino un senso di urgenza o che chiedano delle informazioni personali: un’altra buona cautela è l’appurare che la mail venga sempre da una fonte Twitter legittima. Ovviamente non è mancato, come riporta Variety, l’invito ad attivare l’autenticazione a due fattori, o mediante una chiave hardware o mediante applicazioni ad hoc.
Secondo un report pubblicato dal The New York Times, e ridiffuso da The Verge, sembra che Elon Musk stia meditando su un altro modo per incrementare le entrate per il canarino azzurro, oltre all’abbonamento Blue (che nelle scorse ore è sbarcato anche in Giappone (980 yen al mese abbonandosi dal web, 1.380 yen al mese abbonandosi da iOS).
In particolare, l’ipotesi presa in considerazione sarebbe quella di vendere i nomi utente, o handle, cioè la sequenza alfanumerica che accompagna la chioccola e che identifica univocamente gli utenti su Twitter. Gli ingegneri della piattaforma starebbero discutendo almeno da Dicembre della possibilità di organizzare aste online ove gli utenti potrebbero fare offerte per i nomi utente più ambiti. Al momento non è chiaro se quest’ipotesi potrebbe coinvolgere tutti i nomi utente o solo un sottoinsieme degli stessi. Negli scorsi giorni, Elon Musk aveva ventilato l’idea, forse connessa all’indiscrezione del NYT, di “liberare” i nomi utenti di quegli utenti (circa 1,5 miliardo e mezzo) che fossero inattivi (mancato accesso o niente post pubblicati) da anni.
Va detto che, nel caso il progetto in questione si concretizzasse, Twitter non sarebbe l’unica ad aver schedulato un progetto simile. Lo scorso Agosto Telegram annunciò di voler organizzare un’asta, basata sulla blockchain TON, per vendere i nomi utente, sia di Canali che di persone singole, di utenti inattivi.