Telegram: recuperati i nomi utenti inattivi, messi all’asta quelli più ambiti

Si appresta a una rivoluzione non Telegram che, nel mettere a frutto la parte più ambita di un grande lotto di nickname recuperati, sta pensando a un mercatino d'aste per ricollocarli, in attesa che ad essi facciano compagnia anche adesivi, emoji, e canali.

Telegram: recuperati i nomi utenti inattivi, messi all’asta quelli più ambiti

Smaltiti i festeggiamenti per i 9 anni di piattaforma, celebrati con tanto di maxi aggiornamento, la messaggistica russa Telegram si appresta a una nuova rivoluzione, anticipata dal suo fondatore e CEO Pavel Durov, attraverso un messaggio inoltrato nel suo canale ufficiale. 

Come noto, nel registrarsi a Telegram, l’utente deve scegliersi un nickname o username univoco: il problema, riferice Durov, è che il 70% degli username è legato a canali inattivi di cybersquatters (chi si appropria del nome di un marchio famoso per poi rivenderlo traendone profitto o per condurre una truffa avvalendosi dello stesso) iraniani e quindi inutilizzabile. Ciò ha portato a due ordini di problemi: da una parte si è ingenerato un vero e proprio cimitero di “nomi utente morti che hanno ingolfato i risultati di ricerca e, dall’altro, si è arrivati a una situazione in cui chi cercava di registrare “indirizzi pubblici appropriati per i propri account, gruppi e canali” veniva truffato o, nella miglior delle ipotesi, non riceveva risposta alcuna. 

Onde evitare tali problemi, da metà Agosto, Telegram ha già intrapreso un rimedio. Nello specifico, sono stati ritirati tutti i nomi utenti legati a canali inattivi da un anno o vuoti, con la piattaforma che ne reitrodurrà gradualmente il 99% con limitazioni geografiche e accorgimenti algoritmici, affinché a beneficiarne siano più persone e non solo pochi privilegiati (come i soliti che, in precedenza, ne facevano incetta).

In seguito, Durov ha spiegato che, nelle prossime settimane, tenterà di introdurre un po’ di web 3.0 nella piattaforma: in questo caso, il riferimento è stato alla creazione di una sorta di mercatino interno dove l’1% di nickname recuperati non distribuiti, quelli corti più di valore (come @royal o @storm), potranno essere venduti all’asta a chi fosse interessato, con la conseguenza che, per l’investimento fatto (garantito dalla blockchain), chi acquisirà questi nomi utenti “sarà motivato a farne buon uso e a portare valore ai nostri utenti con contenuti originali ospitati da indirizzi t.me riconoscibili“. 

Successivamente a questo passo, nel mercato in questione potrebbero entrare a far parte altri elementi tipici di Telegram, come gli adesivi, i canali o le emoji: nel frattempo, però, già da oggi, su ogni browser, è stato inserito il supporto, per ogni nome utente, ai link dedicati in stile username.t.me.

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