Ergastolo per Benno Neumair: il duro verdetto della Corte d’Assise di Bolzano

Benno Neumair è stato condannato all'ergastolo per l'omicidio dei suoi genitori. Il verdetto è stato pronunciato dalla Corte d'Assise di Bolzano che ha accolto in toto le richieste dell'accusa.

Ergastolo per Benno Neumair: il duro verdetto della Corte d’Assise di Bolzano

Poco fa è arrivato un verdetto agghiacciante: la Corte d’Assise di Bolzano, presieduta dal giudice Carlo Busato, ha condannato il 31enne Benno Neumair, che ha confessato di aver ucciso i suoi genitori, Peter Neumair e Laura Perselli,sopprimendone i cadaveri, all’ergastolo. 

 E’ stato lui che ha ucciso la madre e il padre in pensione, strangolandoli con un cordino per arrampicata, per poi gettarne i corpi nell’Adige. Ma cerchiamo di ricostruire cosa il 31enne bolzanino, laureato in scienze motorie e supplente di matematica in una scuola media, ha commesso e come si è arrivati alla sentenza. 

La sentenza di condanna 

Il tempo scorre inesorabile ma nella memoria collettiva è sempre vivo quanto accaduto il 4 gennaio 2021, dato che il caso, sin da subito, ebbe un fortissimo clamore mediatico. Ne hanno parlato a lungo Chi l’ha visto? e Quarto grado che, da anni, si occupano di casi di cronaca efferata e di gialli, con la speranza di riuscire a trovare una risoluzione. Quel che ormai tutti sanno è che Benno, il 5 gennaio 2021, si presentò presso la caserma dei carabinieri per denunciare la scomparsa dei genitori. 

In realtà, ancora prima di lui, era stata la sorella Madè, che di professione fa il medico, a dare l’allarme, in quanto non riusciva a mettersi in contatto con la madre. Le ricerche sono scattate tempestivamente e, nello stesso tempo, hanno preso il via le indagini degli inquirenti. Sin dalle prima battute, durante i sopralluoghi nella casa di via Castel Roncolo, i Ris trovarono delle tracce che Benno avrebbe cercato di cancellare con l’acqua ossigenata. Gli inquirenti si sono sempre più convinti che il 31enne abbia caricato i cadaveri dei suoi genitori nella Volvo V70 di famiglia, per poi liberarsene, gettandoli nell’Adige da un ponte di Vadena, in prossimità della discarica Ischia-Frizzi. Proprio lì il 22 gennaio i carabinieri hanno ritrovato una traccia di sangue appartenente a Peter. Poco dopo è stato lo stesso Benno a crollare, costituendosi e confessando l’omicidio dei suoi genitori. L’accusa aveva chiesto l’ergastolo e l’isolamento diurno per un anno, mentre la difesa aveva chiesto l’applicazione delle attenuanti generiche e di ritenerlo incapace di intendere e di volere.

Quest’oggi, in aula, alla presenza di Madè e in assenza del reo confesso, la corte ha accolto in toto le richieste dell’accusa, condannando il 31enne bolzanino all’ergastolo per l’omicidio del suoi genitori. A ciò si sono aggiunti altri 3 anni di reclusione per il reato di soppressione. La pena finale è ergastolo, con un anno di isolamento diurno e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Il pm Secco ha sottolineato che Benno non si è mai pentito e non ha sofferto, come invece hanno sofferto le sue due vittime e come soffrono ora i loro familiari. Per l’avvocato difensore del colpevole, Flavio Moccia, l’ergastolo è una condanna a morte, in quanto prevista per i terroristi, per i criminali che non si fermano davanti a niente e a nessuno. Moccia ha aggiunto che l’ergastolo è contrario al vero scopo della pena, che, secondo la Costituzione, deve servire per la riabilitazione. 

 

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