È stato fermato l’autore della drammatica sparatoria avvenuta ieri sera intorno alle 21 all’interno e all’esterno del Circolo Ricreativo “La Torre”, in piazza Guido Compagna, ai piedi del Castello Ducale di Corigliano Calabro in provincia di Cosenza. Si tratta di Natalino Piro di 47 anni, uomo del posto già noto negli ambienti giudiziari, il quale, armato di fucile, sarebbe piombato all’improvviso nel locale esplodendo 15 colpi contro due clienti del Circolo, Paolo Algieri di 50 anni e Francesco Coppola di 27 anni, dileguandosi poi per i vicoli del centro storico.
Sul posto erano subito giunti i Carabinieri della locale Stazione e i loro colleghi in forza alla Sezione operativa radiomobile del Reparto territoriale, diretto dal colonnello Raffaele Giovinazzo. Mentre le vittime designate, forse parenti dell’aggressore, venivano soccorse dal 118 e trasportate presso l’ospedale “Nicola Gannettasio” di Rossano, dove restano in stato di osservazione ma senza correre alcun pericolo di vita.
I Militari, nel giro di pochissime ore, erano riusciti a rintracciare l’uomo che dopo il tentato omicidio si era barricato in casa, prelevandolo e portandolo in caserma, e sequestrandone anche l’arma abusiva. Nel contempo è stata fermata anche la sua convivente, Larisa Parvanova di 51 anni, originaria della Bulgaria.
Secondo le informazioni trapelate la tragedia sfiorata sarebbe avvenuta per futili motivi, presumibilmente mossa da una vendetta privata, e non da interessi legati ad ambienti criminali. La coppia si trova nel carcere di Castrovillari a disposizione della Procura della Repubblica di Castrovillari, coordinata dal Procuratore Alessandro D’Alessio.
Questo ultimo caso di cronaca ha fatto riecheggiare in città un grido di allarme per l’avanzare della mafia, quella vecchia e quella nuova, quella tradizionale e quella emergente, quella calabrese e quella straniera, grido di allarme già lanciato in passato dall’arcivescovo monsignor Giuseppe Satriano a causa del susseguirsi degli eventi delittuosi, e soprattutto a causa dell’assordante silenzio dominante di una parte della società civile.