Una giovane donna, che era sopravvissuta illesa all’attacco terroristico all’aeroporto di Bruxelles del 2016, è morta a maggio quest’anno, dopo aver scelto di sottoporsi all’eutanasia a causa dei gravi traumi psicologici riportati in seguito alla terribile esperienza. Shanti De Corte aveva solo 17 anni quel fatidico 22 marzo 2016, e si trovava nella sala partenze dell’aeroporto belga di Zaventem insieme ai suoi compagni di classe, diretti in Italia per una vacanza.
Fu allora che i terroristi dello Stato Islamico fecero esplodere una bomba, che insieme ad altre due esplosioni causò 32 vittime e oltre 300 feriti. Shanti sopravvisse all’attentato senza riportare alcuna ferita fisica, ma gli effetti psicologici sono stati devastanti. Da allora, la giovane ha iniziato a subire continui attacchi di panico ed è entrata in una cupa depressione da cui non è mai riuscita a uscire.
Nonostante anni di cure presso ospedale psichiatrico nella sua città natale di Anversa e molti farmaci antidepressivi, Shanti non è riuscita a sconfiggere la depressione, arrivando a tentare il suicidio in due diverse occasioni, nel 2018 e nel 2020. “Prendo fino a 11 antidepressivi al giorno, non potrei vivere senza. Con tutti i farmaci che prendo, mi sento come un fantasma che non sente più niente. Forse ci sono altre soluzioni oltre ai farmaci“, scriveva su Facebook.
All’inizio di quest’anno, la giovane donna ha deciso di sottoporsi all’eutanasia, una procedura legale in Belgio, ed è morta il 7 maggio 2022 dopo che due psichiatri hanno approvato la sua richiesta. In un ultimo toccante post sui social media pubblicato nel suo ultimo giorno di vita, Shanti ha scritto: “Stavo ridendo e piangendo. Fino all’ultimo giorno. Ho amato e mi è stato permesso di sentire cos’è il vero amore. Ora me ne vado in pace. Sappi che già mi manchi“.
La tragica storia di Shanti è stata portata alla luce all’inizio di questa settimana, quando sua madre Marielle ha raccontato al canale belga VRT del dolore di sua figlia. “Quel giorno l’ha davvero scossa, dopo non si è mai più sentita al sicuro“, ha detto Marielle. “Non voleva andare in nessun posto dove c’erano altre persone, per paura. Aveva anche frequenti attacchi di panico e non se ne è mai liberata“.