Si è concluso oggi, 25 settembre 2022, a Matera, città del pane, il 27° Congresso Eucaristico dal tema “Torniamo al gusto del pane. Per una Chiesa eucaristica e sinodale”. Papa Francesco ha presieduto la celebrazione conclusiva, occasione per ricordare ai 12mila fedeli presenti l’importanza del pane condiviso capace di emanare il profumo della comunione se spezzato nella giustizia.
Papa Francesco, riprendendo il Vangelo del giorno, ha ricordato l‘ingiustizia subita dal povero Lazzaro, mentre il ricco del Vangelo viveva nell’opulenza e banchettava, e ha esortato tutti a una presa di coscienza delle ingiustizie e dei soprusi che spesso vengono compiuti verso i più deboli e poveri.
“La religione dell’avere e dell’apparire“, ha affermato Papa Bergoglio, porta a dimenticare la relazione con Dio, a rincorrere ciò che passa e che “alla fine ci lascia a mani vuote“, senza nemmeno un nome, com’è successo al “ricco” del Vangelo, al contrario del povero che un nome ce l’ha: Lazzaro, “Dio aiuta”. Lazzaro è povero, osserva il Papa, ma vive la sua situazione con dignità “perché vive nella relazione con Dio”, in cui ripone ogni fiducia.
L’Eucaristia ci aiuta ad “adorare Dio e non sé stessi, mettere Lui al centro e non la vanità del proprio io”. Adorare se stessi, significa morire intrappolati nel nostro piccolo mondo; adorare le ricchezze di questo mondo, significa farci schiavi; la vita non sopporta il vuoto di chi vive nell’apparenza e nello spreco, ha sottolineato il Papa. La vita di una persona non vale per ciò che possiede o per i successi che ottiene, ma per l’amore, “gusto del pane” condiviso.
Il ricco del Vangelo si accorge di Lazzaro solo nel momento in cui le sorti vengono rovesciate, ma non può fare più nulla. Invito del Papa a costruire fin da oggi il nostro futuro: “se scaviamo un abisso con i fratelli, ci scaviamo una fossa per il dopo; se alziamo dei muri adesso contro i fratelli, restiamo imprigionati nella solitudine e nella morte anche dopo”.
Il ricco del Vangelo è incarnato in chi vive insensibile alle ingiustizie, alle disparità, alle risorse della terra distribuite non equamente, in chi schiaccia i deboli e non ascolta il grido dei poveri. L’Eucaristia richiama un mondo nuovo, rende presente Gesù che chiede di passare “dall’indifferenza alla compassione, dallo spreco alla condivisione, dall’egoismo all’amore, dall’individualismo alla fraternità” ha ricordato il Santo Padre.