Un inseguimento folle, degno della trama di un film d’azione, si è concluso purtroppo in tragedia. La vittima era stato rapinato del suo Rolex, ma non si era dato affatto per vinto. Immediatamente si è messo al volante della sua auto per inseguire i rapinatori in fuga con il loro scooter, alla fine raggiunti e speronati.
I due malviventi, un 40enne e un 30enne del napoletano hanno finito tragicamente la propria corsa contro un muro. Subito dopo l’inseguitore si è presentato in Caserma per raccontare quanto accaduto, fornendo un resoconto non perfettamente veritiero. Al momento, su di lui pendono accuse gravissime: ecco perchè.
L’inseguimento
Una corsa ad alta velocità tra Marano e Villaricca, in provincia di Napoli, si è conclusa con la morte di due giovani rapinatori. Domenico Romano e Ciro Chirollo sono morti sul colpo per politrauma dopo essere stati speronati da una Smart For 4 ad altissima velocità, finita a sua volta contro un muro.
La vittima e, allo stesso tempo carnefice di questa brutta vicenda, si è presentata subito dopo dai Carabinieri per fornire un resoconto di quanto accaduto, raccontando di come fosse stato rapinato del suo Rolex con una pistola puntata, mentre altri complici gli rubavano la Smart su cui viaggiava. Sicuramente un racconto che non quadra, almeno per quanto riguarda il furto della vettura, in realtà non avvenuto.
Successivamente i carabinieri si sono recati sul luogo dell’incidente, rivenendo i corpi dei due rapinatori nei pressi di una moto T Max, una pistola, l’orologio Rolex scippato ed, infine, la Smart di Greco. Le forze dell’ordine hanno subito acquisito i filmati dalle telecamere di videosorveglianza della zona, appurando l’effettiva dinamica dei fatti con il T Max speronato da Greco, poi schiantatosi contro il muro. Ora, quest’ultimo, dovrà fare ora i conti con guai seri: è accusato di omicidio volontario.