Venti anni fa, la storia delle sorelle Josie Hull e Teresa Cajas fece il giro del mondo. Le due gemelle siamesi, nate in un remoto villaggio del Guatemala a luglio del 2001 unite alla testa, non avrebbero dovuto superare il primo anno di vita, secondo le stime dell’epoca sulla riuscita della separazione di bambini nelle loro condizioni.
Oggi le giovani hanno sfidato le aspettative di tutti, hanno un legame più forte che mai, ed hanno poco compiuto 21 anni. “Questo compleanno è stata una pietra miliare da celebrare“, ha commentato la madre adottiva di Josie, Jenny Hull. Josie racconta della sorella Teresa: “La adoro. Non può caminare o parlare, ma io la capisco e lei capisce me. Comunichiamo attraverso i nostri occhi“. Anche i genitori adottivi di Teresa, Florie e Werner, confermano che le sorelle condividono una connessione incredibile. “Josie riesce sempre a far sorridere Teresa in un modo unico“, racconta Florie.
Le due sorelle, che si sono diplomate al liceo nel 2020, nel caso di Teresa tramite un programma speciale di sostegno, conducono vite che sembravano impossibili 20 anni fa, ispirando anche la nascita dell’associazione di beneficenza “Once Upon A Room” che realizza stanze d’ospedale personalizzate per bambini con malattie gravi. Oggi, Josie vola in tutta America per decorare le stanze per la sua associazione. Nonostante siano state adottate da due diverse famiglie, le sorelle vivono entrambe nell’aera di Los Angeles, a mezzora di distanza.
L’intervento che separò le gemelle congiunte si svolse a Los Angeles ad Agosto del 2002, ed impiegò un team di chirurghi che lavorò per 23 ore. “Fu rischioso“, ricorda il Dottor Mark Urata, “all’epoca le percentuali di successo di interventi del genere erano molto basse“. Dopo la separazione, le gemelle dovettero affrontare altre sfide.
Al ritorno in Guatemala, contrassero una infezione al cervello potenzialmente letale, e Teresa necessitò di cure continue a Los Angeles, mentre Josie combatteva contro convulsioni ed altre complicazioni. Ogni nuova sfida le ha rese più forti, mentre i genitori presero la difficile decisione di consentire alla coppie che ospitavano le giovani in America di adottarle. “Parliamo ogni domenica, sono fieri di noi“, racconta Josie, confermando che le sorelle sono rimaste vicine ai genitori naturali.