In questi giorni nei pressi del Tribunale di Sorveglianza di Catania, ubicato precisamente nella centrale Piazza Giovanni Verga, si è alla ricerca continua di uffici, stanze e scrivanie in cui allocare i nuovi addetti che sta creando una sorta di “trasloco” continuo.
I lavori dopo un po’ di tempo tempo vengono interrotti a causa di una scoperta alquanto singolare. Infatti all’interno di un armadietto di un giudice vengono trovate decine di bottigliette piene di un liquido di colore giallastro, ove viene escluso sin da subito che possa trattarsi di semplice acqua.
Dopo delle breve indagini la scoperta lascia tutti interdetti: il liquido giallo non è altro che la sua urina, fatta dal giudice durante il periodo della piena pandemia legata al SARS-CoV-2. Molto probabilmente il magistrato, per paura di contagiarsi nei bagni del Tribunale di Catania, avrebbe deciso di creare una sorta di water personale nei suoi uffici decidendo di far necessità virtù.
Come riportato dall’AGI, ma anche da altri siti come quelli di “Sky TG24” e “Huffington Post”, il giudice avrebbe ammesso che si tratta effettivamente della sua urina, ma da parte del presidente del Tribunale di Catania non è arrivata nessuna conferma o smentita: “L’istruttoria va avanti, il giudice civile ammette e a sua volta apre un altro armadio, chiuso a chiave, con altre bottiglie. La notizia, riportata dal quotidiano La Sicilia, non è confermata, ma neppure smentita dal presidente del tribunale di Catania, Francesco Mannino”.
Fino a questo momento non è dato sapersi come le bottigliette siano rimaste chiuse all’interno di questo armadietto per svariati mesi, senza che nessuno se ne accorgesse della sua esistenza. Intanto per il giudice “colpevole” di questo misfatto è sottoindagine da parte del Tribunale ma, salvo clamorosi colpi di scena, dovrebbe ricevere solamente un provvedimento disciplinare senza incappare in nessun tipo di reato.