Coach Steve Kerr dei Golden State Warriors, durante il prepartita di gara 4 contro i Dallas Mavericks, si rifiuta di rispondere alle domande che hanno come tema il basket e parla unicamente della strage capitata nella scuola elementare capitata in queste ore.
Steve è da sempre sensibile su questo argomento dedicato alle armi dal momento che il papà, Malcolm Hooper Kerr, professore universitario specializzato in Medio Oriente e nel mondo arabo, viene assassinato da un sospetto militante nazionalista in Libano con due colpi alla nuca.
La rabbia di Steve Kerr
“Oggi non parlerò di basket. Qualsiasi domanda sul basket non ha importanza” annuncia Steve Kerr per poi andare più nei dettagli sull’ultima strage in Texas: “Da quando abbiamo lasciato la sparatoria, 14 bambini (ora se ne contano almeno 18 n.d.r) sono stati uccisi, a 400 miglia da qui. Insieme a un insegnante”.
Per questo motivo Steve Kerr chiede immediatamente dei provvedimenti: “Quando faremo qualcosa? Sono così stanco di alzarmi qui e fare le condoglianze alle famiglie devastate che sono là fuori, sono stanco delle scuse, sono stanco dei momenti di silenzio“.
Tra l’altro, come riporta “Tebigeek“, il coach prende di mira il Partito Repubblicano, comunemente chiamato anche GOP (Grand Old Party), per non aver votato sul’HR8, un disegno di legge che amplierebbe i controlli sui precedenti per gli acquisti di armi: “C’è un motivo per cui non lo voteranno, per mantenere il potere. Chiedo a tutti voi senatori che rifiutate di fare qualsiasi cosa per la violenza, le sparatorie nelle scuole e nei supermercati, vi chiedo: mettete il vostro desiderio di potere prima delle vite dei nostri bambini? Dei nostri anziani e dei nostri fedeli? Perché è così che sembra”.
Durante la conferenza stampa Steve Kerr parla della delicata situazione americana degli ultimi giorni, ove ricorda la sparatoria in un supermercato di Buffalo che ha causato 10 morti e l’altra sparatoria in una chiesa in California e in un mercato di Houston.
Numerose altre star del basket sui social network hanno voluto ricordare i bambini morti nella scuola del Texas, come LeBron James, Jayson Tatum e Chris Paul.