Tentato omicidio e occultamento di cadavere. Questo è quello che viene contestato ad una donna, attualmente ai domiciliari, protagonista di una terribile vicenda avvenuta a Martano, comune in provincia di Lecce, lo scorso 23 luglio.
L’inchiesta del pubblico ministero della Procura di Lecce, Alessandro Prontera, si è chiusa poche ore fa e, da essa, sono emersi dettagli davvero agghiaccianti.
La ricostruzione dei fatti
Una giovane madre è stata raggiunta dall’avviso di conclusione delle indagini preliminari per i reati di tentato omicidio e occultamento di cadavere.L’indagata è difesa dall’avvocato Anna Elisa Prete e potrà, entro i prossimi 20 giorni, chiedere di essere interrogata o produrre memorie difensive.,Il padre,non è indagato, è assistito dall’avvocato Roberto Rella.
I fatti risalgono al 23 luglio 2021. Alle prime luci dell’alba, la donna avrebbe partorito una bambina “clandestinamente”, recidendone il cordone ombelicale con una forbice. Ma, proprio in quegli istanti, avrebbe inferto 3 coltellate alla piccola, in corrispondenza della carotide, procurandole ferite lacero-contuse sul collo.La Procura sostiene che la mamma avrebbe tentato di uccidere la neonata “con una serie di condotte atte, in modo non equivoco, a provocarne la morte, non riuscendo nell’intento per cause indipendenti dalla sua volontà” Secondo il pm, la donna ha abbandonato il corpicino nel giardino dell’abitazione.
L’allarme è stato lanciato alle 5 del mattino da compagno che, svegliatosi, ha trovato la moglie distesa per terra in cucina, dentro casa, in preda ad una grave crisi emorragica, dicendogli di aver avuto un malore. Ma la sconcertante realtà è emersa qualche minuto dopo quando, in giardino, è stato trovato il corpicino della bambina, avvolto in un asciugamani da mare, con i segni di alcune ferite da arma da taglio.
Ma l’indagata deve risponde anche di occultamento di cadavere. Grazie a delle meticolose indagini, è emerso che donna avrebbe anche nascosto sotto il letto il cadavere di un neonato che portava precedentemente in grembo. Dopo averlo messo al mondo, lo avrebbe prima avvolto in stracci di cotone, chiudendo le estremità con fili di ferro,per poi metterne il corpo in una valigia di tessuto che avrebbe riposto in due sacchi di plastica, chiusi con elastico. Infine, avrebbe riposto il corpicino sotto il letto. Lo scheletro del piccolo è stato rinvenuto dal compagno della donna solo quando è ritornato in casa, dopo il dissequestro dell’immobile.
La donna, ad oggi si trova ai domiciliari in casa di parenti per tentato omicidio, e ad essa viene contestata anche l’ipotesi di reato di occultamento di cadavere. Le indagini ancora in corso stabiliranno se il neonato ritrovato sotto il letto sia venuto alla luce vivo oppure morto. Essenziale sarà la consulenza del medico-legale Roberto Vaglio sull’esito dell’autopsia, che però ha già stabilito che la madre sia la stessa donna che avrebbe poi cercato di uccidere la propria bambina appena nata, l’estate scorsa. L’arrestata, nel corso dell’interrogatorio di garanzia, aveva fatto “scena muta”, davanti al gip, avvalendosi della facoltà di non rispondere.