Nelle scorse ore, il social network Twitter, alle prese con un tentativo di scalata ostile del miliardario Elon Musk, ha comunicato l’intenzione di resistere attraverso una pratica molto comune in ambito economico: al momento, non sono ancora note le reazioni dell’aspirante acquirente, ad oggi il maggior azionista singolo del microblog da 280 caratteri.
La prima novità della “telenovela Musk-Twitter” arriva dal mondo degli analisti. In particolare, Mark Kelley di Stifel ha qualificato l’intera vicenda come un “circo” che finirà o col miliardario che comprerà il social, o con lo stesso che venderà il suo 9.2%. In questo caso, però, le azioni di Twitter avrebbero un concreto rischio di ribasso e, di conseguenza, come fatto anche da altri analisti, ha declassato (in gergo tecnico: downgrading) le azioni della piattaforma, all’insegna di una decisione che, sollevando dubbi sull’affidabilità creditizia dell’azienda in questione, potrebbe comportare conseguenze per il costo del denaro per la stessa, nel caso dell’emissione di titoli.
Intanto, nel mentre emergono ulteriori manifestazioni d’interesse verso il social del canarino azzurro (un’offerta potrebbe essere presentata, secondo quanto comunicato formalmente, anche dalla Thoma Bravo, una società di private equity che lo scorso Dicembre gestiva qualcosa come 103 miliardi di dollari in asset), il consiglio d’amministrazione di Twitter ha dato sostanza alle dichiarazioni del CEO, Parag Agrawal, che nell’incontro di giovedì con i dipendenti aveva sostenuto che l’azienda non sarebbe stata tenuta in ostaggio dalla mossa di Musk.
In particolare, grazie al fatto che nel suo statuto prevede la possibilità di emettere “azioni privilegiate in assegno in bianco senza previa autorizzazione“, nel giudicare l’azione intrapresa da Musk come “non gradita” e con l’intento di “combatterla“, ha varato quella che, nel settore economico, è una procedura nota come “poison pill“, pillola avvelenata.
In particolare, per diluire la partecipazione azionaria di Musk, il CdA ha stabilito che, nel caso un soggetto (gruppo o persona) acquisisca almeno il 15% delle azioni ordinarie del social disponibili nel libero mercato, senza l’autorizzazione del CdA (che necessiterebbe di “tempo sufficiente per formulare giudizi informati e intraprendere azioni che siano nel migliore dei modi interessi degli azionisti“), e senza un premio appropriato degli azionisti, questi ultimi potranno comprare azioni aggiuntive della piattaforma con uno sconto.
Sempre la “pillola velenosa”, valevole per 364 giorni, impedirebbe agli azionisti di vendere le loro azioni, costringendo Musk a presentare una pubblica offerta d’acquisto che offrirebbe agio agli azionisti per palesare disapprovazione o sostegno all’offerta del miliardario sudafricano naturalizzato statunitense. Nello specifico, il sistema della poison pill, ha fatto sapere Twitter, non impedirebbe al CdA di accettare un’eventuale offerta di acquisizione, nell’eventualità che la ritenesse la migliore, nell’interesse degli azionisti e della società stessa.