Orrore a Reggio Emilia: genero uccide la suocera con una katana

Al culmine dell'ennesima lite, un 36enne ha ucciso la suocera a colpi di Katana ed è finito in carcere con l'accusa di omicidio. Ancora da accertare il movente del femminicidio.

Orrore a Reggio Emilia: genero uccide la suocera con una katana

Una piccola katana che collezionava. Questa l’arma dell’atroce omicidio che si è consumato il 21 marzo2022 a Castelnovo Sotto, nella Bassa Reggiana.

La 62enne Tiziana Gatti è morta così, travolta dalla furia del genero, Osborne Tukpeh Anwi, 36 anni, finito in manette,anche se resta ancora da chiarire il movente dell’ennesimo femminicidio avvenuto in Italia dagli inizi del 2022. 

La ricostruzione della tragedia 

Stando alla ricostruzione dei carabinieri e della Procura di Reggio Emilia, la tragedia si è consumata intorno alle 7 del mattino. Come ogni mattina, la donna si è recata in via Rossini 10, presso la villetta a schiera che la figlia Paola condivideva con l’ex compagno, per darle una mano nella gestione dei nipotini. Di solito prendeva il nipotino più grande, quello di 4 anni, e lo accompagnava all’asilo, per poi accudire il piccolo, di 15 mesi, con l’aiuto del marito. 

Ma il 21 marzo Tiziana Gatti non è più rientrata a casa sua. Cosa è accaduto? Non si sa ancora per quale motivo ma il 36enne, che ha deciso, a sorpresa, di non andare a lavoro ieri mattina, mentre la compagna si stava preparando nell’altra stanza, ha colpito la suocera con una piccola spada giapponese che collezionava, sferrando diverse coltellate, al culmine di una lite, le cui motivazioni non sono ancora state chiarite e davanti agli occhi del figlio più grande. La donna ha tentato, senza riuscirci, di scappare sulle scale. 

E’ stata la figlia della vittima, resasi conto dell’accaduto, a dare l’allarme ma i soccorsi, intervenuti tempestivamente sulla scena criminis, non hanno potuto far altro che accertare il decesso della Gatti. Il 36enne, invece, non ha tentato la fuga e, in stato di shock, ha aspettato l’arrivo delle forze dell’ordine che lo hanno portato in caserma, per poi arrestarlo. 

Secondo le testimonianze quella (che poi si è rivelata fatale) non è stata la prima discussione tra suocera e genero. Il rapporto di quest’ultimo con la figlia della vittima era vicino alla separazione, dato che i due stavano vivendo una forte crisi sentimentale, anche se l’assassino continuava a vivere con lei e i bambini. Probabilmente il movente è da ricercare nei continui rimproveri che il 36enne subiva dalla suocera. Patrizia Gatti, infatti, più volte gli aveva sviscerato la verità: quella che il rapporto con la figlia fosse ormai terminato. Il marito di Tiziana, sconvolto, ha dichiarato a Quotidiano Nazionale:Non lo perdonerò mai. Era stata lei a trovargli lavoro”.

 

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