Stamattina, 25 febbraio, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è arrivato a Norcia, città colpita dal terremoto nel 2016. Nella visita alla città di San Benedetto, ha fatto tappa, per primo, nell’area delle casette Sae di via XX Settembre. Il capo dello Stato è atterrato in elicottero vicino all’area delle casette ed è stato accolto dal commissario straordinario per il sisma Giovanni Legnini, dalla presidente della Regione Umbria Donatella Tesei e dal sindaco Nicola Alemanno.
Il presidente ha parlato con alcuni dei residenti nella case prefabbricate (in tutto 21 famiglie) e ha assistito poi alla cerimonia di accensione della fiaccola Benedettina, la fiaccola benedetta mercoledì da papa Francesco, “pro pace et Europa una”. Norcia, come noto, è tra i comuni dove il sisma ha danneggiato il maggior numero di edifici, 3.560, 2.236 dei quali con danni gravi, ma è anche il primo comune del cratere per numero di richieste di contributo presentate, che a fine gennaio erano 1.071.
Il discorso sulla guerra di Mattarella a Norcia
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è intervenuto per commentare quanto sta accadendo in Ucraina, esprimendo il rischio concreto che l’Europa ritorni in guerra. Queste le sue parole pronunciate durante la sua visita a Norcia:“Ieri si è abbattuta sull’Europa una nuova tragedia mettendo in pericolo pace e libertà. Un conflitto che non riguarda un paese lontano ma riguarda direttamente ciascuno di noi. Non possiamo accettare che la guerra distrugga ciò che i popoli dell’Europa hanno saputo costruire e realizzare in questi sette decenni in termini di pace e obiettivi comuni.”
“Non ci si è limitati – ha detto il presidente-a sollevarsi dalle macerie e dagli orrori della guerra ma si è compiuto un grande sforzo per realizzare un mondo che fosse ispirato al reciproco rispetto e alla ricerca di obiettivi comuni. Un mondo che ha superato la Guerra Fredda e non intende vedere calpestati i principi della convivenza internazionale”.
Mattarella ha aggiunto che l’Europa non è disposta a piegarsi alla violenza della forza, oggi utilizzata per sottomettere un paese indipendente come l’Ucraina ma domani non sappiamo per cosa. Rischiamo di precipitare in guerra, sottolinea il presidente, e in un conflitto di cui appare impossibile prevedere sviluppi: nessuno potrebbe essere erto di restarne del tutto immune. La pace è in pericolo e gli italiani devono essere intransigenti, determinati e uniti nel nostro paese.